Alberghi,
Montecampione
torna a sognare

di Domenico Benzoni
Montecampione: l’aspetto dell’albergo del Plan a quota 1.800
Montecampione: l’aspetto dell’albergo del Plan a quota 1.800
Montecampione: l’aspetto dell’albergo del Plan a quota 1.800
Montecampione: l’aspetto dell’albergo del Plan a quota 1.800

Molto si è già mosso, ma questa estate torrida sta portando altre novità interessanti per il futuro di Montecampione intesa come stazione turistica «completa». Arrivano dal fronte degli hotel, e sembrano annunciare una soluzione. L’ultimo esperimento d’asta dei giorni scorsi, tentato dal curatore fallimentare dottor Filippo Brunori per l’assegnazione delle strutte alberghiere, sembra aver attirato l’attenzione di compratori interessati a intervenire anche nel rilancio di questo settore. Dopo il fallimento della Montecampione hotels datato ottobre 2013, gli immobili, oggi fatiscenti, che un tempo avevano ospitato anche l’Inter di Bersellini, soubrette come Simona Tagli e tappe di Miss Italia, sono stati messi sul mercato per ben sei volte senza esito. Anche se in un paio di casi ci sono state delle offerte che però non hanno avuto seguito. Dopo tanti ribassi (la perizia di partenza dei due rami d’azienda ammontava a 3.050.000 euro per l’hotel di quota 1.200 e di 4.978.000 per le Baite, scesi a 642 mila euro totali nell’asta avvenuta mercoledì), ora un compratore si è fatto vivo.

PER ADESSO l’assegnazione - precisa Brunori - è di carattere provvisorio, perché per dar seguito all’operazione dovrà essere acquisito il via libera del giudice fallimentare. Entro una decina di giorni dovrà essere presentata la fidejussione nel caso in cui si optasse per il pagamento dilazionato. Stando però ad alcune voci sembra che stiano per scendere in campo anche altri concorrenti, disposti a presentare un’offerta migliorativa di non meno del 10% del prezzo di aggiudicazione provvisorio. Si aprirebbe così la strada di un’asta tra i pretendenti, con rilancio di minuto in minuto. Ma chi c’è dietro alle offerte? Realtà imprenditoriali legate all’Italia ma anche all’Austria e alla Polonia: di più non si riesce a sapere. In passato avevano fatto sopralluoghi negli hotel abbandonati società di Bardonecchia e dell’Alto Adige, e recentemente si era visto anche un gruppo polacco. Ora la speranza di tutti, dagli amministratori di Artogne a chi vive a Montecampione, è che finalmente, dopo quasi un decennio di abbandono possano tornare a vivere quei posti alberghieri di cui la stazione turistica ha tanto bisogno. L’idea di sfruttare la sottostante Boario per l’ospitalità è sì suggestiva, ed è anche stata praticata per necessità, ma soprattutto per il turista invernale, avere le piste da sci fuori casa è fondamentale. Vedremo se questa sarà la volta buona.

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