Allarme del sindacato: «Pochi controlli»

di Cinzia Reboni
Infortuni sul lavoro: una piaga difficile da controllare
Infortuni sul lavoro: una piaga difficile da controllare
Infortuni sul lavoro: una piaga difficile da controllare
Infortuni sul lavoro: una piaga difficile da controllare

L’allarme da contingente sta diventando strutturale, e gli infortuni sul lavoro sono «un’emergenza quotidiana fuori controllo». Per Silvia Spera, segretario generale della Cgil, anche Brescia è di fronte a «un problema gravissimo, anche se non bisogna generalizzare: ci sono imprese che hanno un approccio serio e incisivo al problema, anche se spesso la sicurezza viaggia, da azienda a azienda, a due velocità». «La ripartenza della produzione - spiega Silvia Spera - ha innalzato il tasso di infortuni. Ma non può esserci ripresa economica senza sicurezza. Il quadro si è aggravato con il blocco di assunzioni nella pubblica amministrazione, che ha ridotto drasticamente controlli e ispezioni sui luoghi di lavoro. In Valtrompia, ad esempio, non ci sono più operatori, e stiamo parlando di una zona dove c’è una concentrazione di aziende molto elevata». Da tempo tutte le sigle sindacali invocano «ulteriori risorse per rafforzare il servizio di controllo. Gli ispettori Ats sono ormai dimezzati. Ai datori di lavoro chiediamo di rafforzare il ruolo dei rappresentanti delle maestranze. Non si può morire di lavoro nel 2018, tutti abbiamo delle responsabilità e nessuno può chiamarsi fuori», afferma Silvia Spera. Funziona ad intermittenza «il Daspo dei furbetti della manodopera in nero». È la pena accessoria che scatta insieme alla maxi multa e alla denuncia per gli imprenditori: impone la chiusura dell'attività fino a quando non viene regolarizzata la posizione dei dipendenti sorpresi a prestare la loro opera senza contratto e copertura assicurativa. Il blocco delle attività e dei cantieri supera l'onere dell'assunzione, incentivando i datori di lavoro ad allinearsi in tempi rapidi. L'azione di contrasto al lavoro nero assume così positivi risvolti sociali perché, oltre ad azzerare forme latenti di concorrenza sleale, stabilizza la posizione lavorativa di categorie spesso più vulnerabili come stranieri e giovani. In questo contesto diventa strategico il Durc, documento unico di regolarità contributiva. «Il Durc è un passo avanti - sostiene Silvia Spera - ma paga l’inefficienza dello Stato. Il Durc è incisivo se tutti possono leggerne i dati, se i vari istituti si parlano tra di loro, altrimenti è solo burocrazia». Nel 2017 l’Inail ha registrato in Italia 635.433 denunce di infortuni, e la Lombardia è la Regione con l’incremento più significativo. Secondo il report presentato da Paolo Reboni della segreteria Cisl di Brescia, in occasione della Giornata internazionale per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro «tra gennaio e settembre 2017 nel Bresciano sono state registrate 11.520 denunce di infortuni, 46 per ogni giorno lavorativo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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