CIMBERGO. Una quindicina le persone coinvolte nei presunti casi di turbativa d’asta nel mirino della procura di Brescia

Appalti, le prime
ammissioni mentre
l’inchiesta si allarga

di Mario Pari
Quindici le persone indagate nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura di BresciaIl municipio di Paspardo:  sotto la lente alcuni appalti pubbliciIl sindaco Gian Bettino Polonioli
Quindici le persone indagate nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura di BresciaIl municipio di Paspardo: sotto la lente alcuni appalti pubbliciIl sindaco Gian Bettino Polonioli
Quindici le persone indagate nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura di BresciaIl municipio di Paspardo:  sotto la lente alcuni appalti pubbliciIl sindaco Gian Bettino Polonioli
Quindici le persone indagate nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura di BresciaIl municipio di Paspardo: sotto la lente alcuni appalti pubbliciIl sindaco Gian Bettino Polonioli

Mario Pari Un’inchiesta che ha già mosso passi importanti, in cui ci sono già stati interrogatori. E nelle deposizioni sarebbero arrivate anche alcune ammissioni di responsabilità. L’indagine è quella della procura di Brescia, coordinata dal pm Ambrogio Cassiani, sulle presunte irregolarità commesse in appalti relativi al Comune di Cimbergo. LE PERSONE COINVOLTE sono di più di quanto era emerso nelle scorse ore. Non una decina, quindi, ma una quindicina. Tra loro anche il primo cittadino di Cimbergo, Gian Bettino Polonioli. Proprio il sindaco ha commentato ieri la vicenda dichiarando d’essere «assolutamente tranquillo e collaborativo». La procura in ogni caso sta approfondendo, e a fronte di alcuni indagati che avrebbero confessato altri si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere. Ma gli approfondimenti stanno proseguendo da parte degli investigatori coordinati dal pm Ambrogio Cassiani. L’ipotesi di reato al vaglio degli inquirenti è quella di turbativa d’asta. Secondo la ricostruzione accusatoria e sulla base degli elementi raccolti fino a questo momento, sarebbero stati favoriti alcuni imprenditori interessati alle gare d’assegnazione dei lavori. Il primo cittadino dichiara d’essere «del tutto estraneo ai fatti», aggiungendo: «Non entro nel merito dell’appalto dei lavori che è di competenza della Centrale unica di committenza dell’Unione dei Comuni e segnatamente del Rup, il Responsabile unico del procedimento», un ufficio di primissimo piano nell’ambito di un procedimento amministrativo». E a sostegno di quanto dichiarato, il sindaco spiega: «Ho ritenuto di essere sentito volontariamente dal magistrato in Procura perché mi ritengo pienamente al di sopra di ogni sospetto, e sono sicuro che con l’indagine in corso verrà provata la mia totale estraneità ai fatti - aggiunge l’amministratore - Mi tengo ancora disponibile per ulteriori deposizioni e ho la volontà di far emergere che non ho nessuna responsabilità rispetto ad azioni compiute dalla struttura comunale ed eventualmente da altre persone». LE OPERE FINITE al centro dell’inchiesta riguardano il dissesto idrogeologico del torrente Varicola e la riqualificazione energetica dell’edificio comunale. L’inchiesta, in ogni caso, non è ancora arrivata alla conclusione. Altri accertamenti saranno necessari prima che il pubblico ministero si pronunci sui possibili futuri scenari, dalla richiesta d’archiviazione a quella di rinvio a giudizio. Scelta che in ogni caso avverrà sulla base di tutti gli elementi già raccolti, dalla deposizione del primo cittadino alle ammissioni di responsabilità. Una vicenda che s’abbatte sulla valle dopo quella di Malonno, anch’essa relativa ad appalti. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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