Caccia ai veleni dell’ex Selca
nel sottosuolo di Forno Allione

di Lino Febbrari
Forno Allione: vento e acqua scoprono i veleni sotterrati
Forno Allione: vento e acqua scoprono i veleni sotterrati
Forno Allione: vento e acqua scoprono i veleni sotterrati
Forno Allione: vento e acqua scoprono i veleni sotterrati

È successo ancora: nei giorni scorsi la caduta di un paio di alberi dovuta al vento e l’esondazione di alcuni piccoli ruscelli ingrossati dai temporali estivi hanno fatto riaffiorare dal terreno altri veleni del passato sulla collina alle spalle dell’ex sito industriale dell’Ucar Carbon: l’incubo di Forno Allione.

Sacchi per l’immondizia, pezzi di plastica e di fibrocemento contenenti amianto, residuati industriali impiegati per decenni per costruire elettrodi di grafite sono tornati alla luce nella zona dell’ex discarica di proprietà del Comune di Berzo Demo: un’area rimasta inspiegabilmente esclusa dalla presunta bonifica pagata vent’anni fa dalla multinazionale americana (e probabilmente mai effettuata) prima che il vasto sito passasse di mano.

Una vicenda che ha innescato una lunga scia di polemiche. Aumentate a partire dal 2010 subito dopo il fallimento della Selca e la scoperta che nei capannoni e nei piazzali della società c’era una notevole quantità di rifiuti pericolosi che, secondo le ipotesi d’indagine (sulla questione è aperto un processo) invece di essere inertizzati venivano solo frantumati e rivenduti.

DOPO aver provveduto a rimettere a nuovo le coperture dei capannoni e a riparare dalle intemperie insaccandoli la maggior parte dei resti delle lavorazioni dell’alluminio potenzialmente pericolosi, perchè contenenti fluoruri e cianuri, il curatore fallimentare della Selca ha ora il compito di effettuare la loro «caratterizzazione» per poterli poi smaltire correttamente.

«Il piano di analisi riguarda il suolo della ex Selca - afferma il sindaco di Berzo Demo Giovan Battista Bernardi -, noi poi vorremo anche una analisi dei rifiuti». Oltre a ciò il primo cittadino ha nel mirino anche i veleni che continuano a emergere nel bosco comunale («la collina dei veleni», dove oltre agli scarti depositati dalla Ucar Carbon, in un primordiale inceneritore per molti anni il Comune ha bruciato l’immondizia) a poca distanza da una vasca di accumulo dell’acquedotto; tanto che ha firmato una ordinanza per vietarne l’accesso, lo sfalcio dell’erba, la raccolta di frutti e il taglio di legna.

Qualcuno ha mentito sui rischi? «È un provvedimento già emanato negli anni scorsi, che interessa un’area ovviamente non idonea alla coltivazione e al pascolo del bestiame». Ora Bernardi dice di non voler restare con le mani in mano: «Una volta risolto il problema Selca - assicura - rivolgeremo la nostra attenzione all’area ex Ucar Carbon, oggi Graftech».

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