Cinghiali sotto tiro
«È un altro regalo
alla lobby venatoria»

Il titolo dato alla norma è «Gestione faunistico venatoria del cinghiale e recupero degli ungulati feriti», ma secondo la Lega per l’abolizione della caccia, questo è semplicemente uno slogan che annuncia «l’ennesimo regalo della Regione Lombardia alla lobby della caccia»; il nome di una legge approvata dal consiglio regionale (51 i voti a favore, con i dieci «no» del Movimento 5 Stelle e di Sel, e la sottolineatura di Chiara Cremonesi sulla incostituzionalità del provvedimento) che dà una ulteriore spinta alla «liberalizzazione della caccia su tutto l’arco dell’anno senza risolvere in realtà alcun eventuale problema causato dai cinghiali».

LA LAC sottolinea che «per affrontare la questione del contenimento della popolazione di suidi selvatici e della salvaguardia delle colture agricole si è semplicemente preferito lasciare vagare i cacciatori su tutto il territorio lombardo anziché programmare un efficace piano di prevenzione: lo dimostra anche il fatto che la Regione è pronta a stanziare fino a 300 mila euro all’anno per il risarcimento dei danni, ma ad investirne solo 20 mila per evitarli».

Poi c’è anche un attacco sul fronte strettamente legale, col ricordo della recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale (su ricorso del Governo) della parte della legge venatoria della Liguria che autorizza la partecipazione ai cacciatori ai piani di contenimento della selvaggina. È quello che sta già avvenendo nel Bresciano col piano di abbattimento straordinario delle volpi concesso all’Atc unico, e quello che succederà agli ungulati con l’operatività di questa nuova norma. A questo proposito, la Lac ricorda che «la legge appena approvata non è conforme all’articolo 19 della legge quadro nazionale sulla caccia neppure alla recente sentenza della Consulta: un provvedimento che ricorda che nei periodi di chiusura della caccia le operazioni di contenimento del cinghiale spettano esclusivamente agli agenti venatori pubblici».

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