Graffiti e parchi blindati
Ora la protesta alza i toni

La protesta contro la chiusura domenicale (in febbraio e marzo) dei parchi archeologici nazionali di Capodiponte cresce: stamane dalle 10 alle 11 amministratori comunali, guide turistiche, ristoratori, animatori e semplici appassionati saranno davanti all’ingresso di Naquane per manifestare il loro dissenso sulla scelta nata ufficialmente per rispondere alla carenza di personale.

Sarà un seguito ideale delle critiche lanciate dal sindaco Francesco Manella, che hanno per ora avuto l’unico effetto di spingere il Gruppo istituzionale di coordinamento del sito Unesco camuno (finito nel mirino di Manella insieme al Distretto culturale), attraverso il presidente Sergio Bonomelli, a convocare subito un tavolo istituzionale.

Dall’incontro, al quale non ha partecipato nessun rappresentante della Sovrintendenza, è uscito un ordine del giorno nel quale vengono ricordate le responsabilità dei soggetti gestori dei singoli parchi e il rispetto da parte degli stessi «della continuità negli orari di apertura», in particolare nel periodo turistico. Nel documento viene pure messo in risalto che «eventuali criticità devono essere affrontate nell’ambito del Gic», l’unico tavolo deputato a rappresentare il sito Unesco nelle sedi superiori e che «le risorse per il medesimo provenienti da comuni ed enti comprensoriali devono essere finalizzate a promuovere azioni condivise».

La preoccupazione del Gruppo istituzionale per le mancate aperture domenicali di Naquane e Massi di Cemmo è poi sfociata in una «richiesta urgente a supporto degli oneri di gestione dei siti» indirizzata al ministro dei Beni culturali attraverso il presidente della Provincia Pierluigi Mottinelli.

Nella comunicazione a Dario Franceschini vengono descritte le difficoltà legate alla chiusura domenicale e alla ricaduta negativa sull’immagine di questo patrimonio e di riflesso sul turismo valligiano.L.RAN.

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