Grandi opere,
l’aula affossa
il referendum

di Luciano Ranzanici
Piazza, piscina, ascensore per il castello e ampliamento della zona commerciale:  queste le grandi opere
Piazza, piscina, ascensore per il castello e ampliamento della zona commerciale: queste le grandi opere
Piazza, piscina, ascensore per il castello e ampliamento della zona commerciale:  queste le grandi opere
Piazza, piscina, ascensore per il castello e ampliamento della zona commerciale: queste le grandi opere

Semaforo rosso in Consiglio e comitato su tutte le furie. Niente referendum a Breno sulle grandi opere. Così ha deciso l’aula, chiamata ieri sera a esaminare la proposta di avviare le procedure necessarie per l’indizione dei quattro referendum consultivi comunali. Per i quali in circa tre mesi il comitato referendario era riuscito a raccogliere le 500 firme necessarie (autenticate una per una in Comune), ottenendo anche il via libera dalla commissione specifica in merito all’ammissibilità dei quattro quesiti sulla realizzazione della piscina, dell’ascensore per il Castello, sulla sistemazione di piazza Mercato, con la costruzione di un parcheggio sotterraneo (entrambe al via subito dopo l’estate?), e sull’espansione della zona commerciale a nord di Breno (ormai in itinere). Ferma dunque la maggioranza nel dire «no». Dopo i contrasti e gli attriti tra i proponenti e il sindaco Sandro Farisoglio, che via via ha giudicato tardiva l’azione del comitato, «strumentale» perché sostenuta dalla minoranza consigliare (bollata da Farisoglio come «non costruttiva» e «invidiosa») e dannosa perché il Comune ha già destinato circa 500.000 euro alla progettazione delle grandi opere, «soldi che non vogliamo certo buttare via», ha ribadito ieri il sindaco. Ma non sono solo questi i motivi di contrasto. Si dice che dopo la consegna delle firme siano pervenute in municipio alcune lagnanze scritte e orali di firmatari che si sarebbero lamentati di essere stati male informati dai promotori. Addirittura al sindaco è arrivata giorni fa una lettera autografa di una donna che dopo aver apposto la propria firma sulla richiesta di referendum ha fatto marcia indietro chiedendone la cancellazione, «in quanto effettuata solo a seguito di una non corretta spiegazione delle proposte». Dal canto loro i componenti del comitato difendono a spada tratta il loro operato, improntato com’è stato alla massima correttezza e alla totale limpidezza.

LAPIDARIO il commento di Fabrizio Putelli, portavoce del comitato referendario, a margine del voto. «Siamo sicuramente amareggiati per questo epilogo e per tutto quello che è successo da quando sembrava che l’amministrazione ci appoggiasse, fino ad arrivare all’aperta contrarietà. Questa è la ciliegina sulla torta. Dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto, hanno messo persino in dubbio la legalità del nostro operato, finendo per dire che tanto siamo fuori tempo massimo e per accusarci di essere manipolati dalla minoranza. Mi sembra davvero allucinante. Il dubbio è che fosse già tutto deciso da tempo. Spero solo che chi vive a Breno, quando queste persone ricandidandosi diranno che la priorità è quella di ascoltare la gente, si ricordi di come è stata negata a un gruppo di liberi cittadini la possibilità di esprimere democraticamente la loro opinione».

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