Il «diavolo del Salarno»
racconta l’Adamello
in un viaggio di 55 scalate

Edo Balotti esalta le opportunità di arrampicata dell’Adamello
Edo Balotti esalta le opportunità di arrampicata dell’Adamello
Edo Balotti esalta le opportunità di arrampicata dell’Adamello
Edo Balotti esalta le opportunità di arrampicata dell’Adamello

La stagione dei rifugi si apre con un libro tutto da sfogliare e con salite tutte da provare. Cinquantacinque in tutto quelle proposte da Edo Balotti, uno dei «Diavoli del Salarno» nel suo «Arrampicare in Adamello, 55 vie di roccia» per riscoprire l'alpinismo classico. Venerocolo, Adamello, Baitone, Miller, Salarno, Adamè, Frisozzo, Blumone, ce n’è per tutti i gusti, purchè si abbia voglia, come lui, di montagna. «L'Adamello è un grande terreno di gioco sempre a torto - spiega l'autore - poco considerato dal mondo alpinistico che è sempre un po' snob, un po' altezzoso, che preferisce gli itinerari da curriculum piuttosto che vie e pareti meno famose che sanno regalare sensazioni e soddisfazioni più autentiche».

Lui e i suoi amici «diavoli» la montagna ce l'hanno nel sangue e la loro corda di sicurezza è l'amicizia. Oltre ad un rispetto per quel terreno che si alza verticale che è il leit motiv di un alpinismo che sembra essere dimenticato: «sono vie di alpinismo classico, significa che la salita la si fa solo con i mezzi a disposizione senza lasciare tracce dietro di sè». Una prova con sé stessi, lontano dal concetto di alpinismo moderno che fa i conti solo con il cronometro, «ormai la tendenza alpinistica - continua Balotti - è sempre più fissata alla velocità, ai gradi estremi, perdendo di vista quello che è l'essere in simbiosi con la montagna e il godere quello che ci circonda mentre arrampichiamo».

È IN DISTRIBUZIONE in edicole, librerie, negozi di articoli sportivi e rifugi, «tenevo molto a trasmettere o provare a trascrivere le emozioni provate su queste itinerari e soprattutto dal punto di vista pratico è una guida con salite relazionate perchè fatte di persona sono più dettagliate e chiare per un'eventuale ripetizione». Lui le ha fatte e rifatte tutte, tanto da potersi permettere una descrizione minuziosa che è un condensato di tecnica ed emozioni, quelle provate ad ogni passo da chi ha un sogno alto e lo raggiunge. «Spero - il suo augurio per la montagna che tanto ama - possa diventare promozione di questo territorio eccezionale dentro il cuore delle Alpi e omaggio agli alpinisti che qui hanno scritto la storia».C.V.

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