Il tricolore partigiano riemerge dagli armadi a va a brillare in Comune

di L.RAN.
L’aula magna del Liceo «Camillo Golgi» di Breno
L’aula magna del Liceo «Camillo Golgi» di Breno
L’aula magna del Liceo «Camillo Golgi» di Breno
L’aula magna del Liceo «Camillo Golgi» di Breno

Se i cimeli hanno un valore, e sicuramente lo possiedono, l’esposizione in calendario da oggi nel cuore di Breno avrà un grande potere evocativo; la forza di suscitare emozioni profonde. Grazie all’idea di Ugo Calzoni, che si sta calando sempre più nei panni di organizzatore d’eventi soprattutto culturali, e alla disponibilità di un conosciutissimo ex professionista brenese, l’ingegner Augusto Ippoliti, è maturata l’iniziativa più suggestiva delle celebrazioni per il 73esimo anniversario della Liberazione. Stamane alle 11, nel Liceo «Camillo Golgi» Roberto Chiarini, docente di Storia contemporanea dell’Università statale di Milano, storico, giornalista e autore di numerosi saggi incontrerà gli studenti e non solo parlando di «Significato dell’attualità della Resistenza». E nella stessa occasione, e questa è la novità principale, nell’aula magna dell’istituto verrà esposto per la prima volta dopo 73 anni il tricolore che fu collocato dai partigiani della brigata «Giacomo Cappellini» sulla torre del Castello il 28 Aprile 1945, tre giorni dopo la Liberazione, e che Ugo Calzoni ha chiesto in prestito a Ippoliti. Quella bellissima bandiera è stata conservata gelosamente proprio dall’ex insegnante, che la ricevette in «eredità» con i fratelli Paolo e Mario dal padre Mario, a sua volta docente nelle superiori brenesi. Nel giugno del 1943, proprio l’ingegner Ippoliti (allora aveva 15 anni), correndo grandi rischi recapitò un biglietto da Breno nella canonica di Cividate a don Carlo Comensoli, il sacerdote fulcro della Resistenza in valle, con il quale lo avvertiva che una staffetta delle Fiamme verdi (Antonio Donina) era stata catturata dai fascisti. A seguito di quella comunicazione il partigiano di Ceto venne liberato con una coraggiosa azione condotta nel carcere di Breno dal gruppo di Gianni Gauini. OGGI il custode del tricolore partigiano ricorda che «Franco Franceschetti, un patriota brenese, era alla ricerca di una bandiera che fosse priva della corona e dello scudo sabaudo e mio padre si ricordò d’aver conservato in casa un vecchissimo tricolore privo dello stemma. Lo consegnò alle Fiamme verdi che lo issarono sulla torre del castello. Quel vessillo, che ho custodito fino a oggi e che ho consegnato a Calzoni, è in seta grezza e presenta naturalmente i segni del tempo». E adesso? Una volta incorniciata, la bandiera della Liberazione brenese sarà donata dai fratelli Ippoliti al Comune e si potrà ammirare nella sala consiliare. •

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