La discesa nasconde insidie

di Fausto Camerini
L’ascea e la discesa da Cima Salimmo richiede grande attenzione
L’ascea e la discesa da Cima Salimmo richiede grande attenzione
L’ascea e la discesa da Cima Salimmo richiede grande attenzione
L’ascea e la discesa da Cima Salimmo richiede grande attenzione

Fausto Camerini Una affascinante zona, aspra e selvaggia, dove anche il semplice camminare lungo il segnavia biancorosso è reso spesso difficoltoso dal coacervo di grosse pietre lì abbandonate dai ghiacciai che, soprattutto negli ultimi decenni, si sono ritirati e sono quasi scomparsi. Corno d'Aola, Punta d'Intelvi, Cima Salimmo, Bocchetta di Valbione, Bocchetta dei Buoi, Cima Calotta: accidentate creste nella parte settentrionale del gruppo dell'Adamello dove le montagne di granito digradano, sempre meno aspre e meno ripide man mano che scendono verso il fondo dell'alta Valcamonica. Ma lassù arditi picchi e scoscese guglie si slanciano ardite e pericolose verso un cielo che, nelle belle giornate, sa essere di un azzurro incredibile, quasi a voler addolcire il severo grigio delle pareti adamelline. La Cima Salimmo da dove s'è staccato la frana che ha causato la tragedia è una suggestiva montagna di 3115 metri di quota che fa da magnifico sfondo alla conca che domina Ponte di Legno. Salita per la prima volta nel lontano 1895 è una panoramica vetta molto frequentata ma la sua salita, anche dalla cosiddetta «via normale», la via più facile, non è banale, richiede assenza di vertigini ed è riservata ad escursionisti esperti con un minimo di esperienza di arrampicata. Sale, la via normale, in parte lungo la cresta nordovest ed in parte supera ripidi e pericolosi canalini che restano innevati sino a stagione inoltrata. Una ascensione che richiede anche estrema attenzione nel muoversi, soprattutto in discesa nel ritorno, per non far cadere sassi che potrebbero colpire chi sta salendo più in basso; una cautela che in montagna è sempre bene non dimenticare. ABBASTANZA GETTONATA dagli esperti di arrampicate «on ice» è anche la scalata su ghiaccio e neve con ramponi e piccozze del ripido canalone Nord, frequentato soprattutto ad inizio stagione quando la neve è ancora tanta e l'ascensione è più divertente ma soprattutto più sicura. Dalla croce che sovrasta i sassi della aerea vetta si gode un magnifico panorama di ghiacciai, di montagne che si rincorrono le une con le altre e di nuvole che si rincorrono nel cielo; un paesaggio a 360 gradi che offre una splendida sensazione di libertà a di appagamento e che ricompensa di tutte le fatiche e di tutti i rischi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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