La grande croce
di Job è tornata
sull’Androla

di Lino Febbrari
Nel dettaglio il sistema di tiranti e la struttura portante in acciaioIl colpo d’occhio della grande croce di Job ricollocata sul dosso dell’Androla dopo il crollo di due anni fa
Nel dettaglio il sistema di tiranti e la struttura portante in acciaioIl colpo d’occhio della grande croce di Job ricollocata sul dosso dell’Androla dopo il crollo di due anni fa
Nel dettaglio il sistema di tiranti e la struttura portante in acciaioIl colpo d’occhio della grande croce di Job ricollocata sul dosso dell’Androla dopo il crollo di due anni fa
Nel dettaglio il sistema di tiranti e la struttura portante in acciaioIl colpo d’occhio della grande croce di Job ricollocata sul dosso dell’Androla dopo il crollo di due anni fa

Da poco più di un mese la grande croce ideata da Enrico Job per accogliere a Brescia papa Giovanni Paolo II, e collocata allora, era il 1998, al centro dello stadio «Rigamonti», è tornata a svettate sul dosso dell’Androla, in territorio di Cevo.

IL MANUFATTO, vale la pena ricordarlo, è stato ricostruito in ferro dopo il crollo di quello realizzato in legno lamellare che, il 24 aprile di due anni fa, si spezzò a metà circa causando la morte del 21enne Marco Gusmini. Una tragedia assurda e sconcertante.

La Cmm dei fratelli Rizzi di Vezza d’Oglio, azienda leader nel settore della carpenteria metallica, l’ha creato nel proprio stabilimento impiegando 350 quintali di acciaio corten: un materiale che non necessita di particolari manutenzioni e in grado di resistere nel tempo all’usura degli agenti atmosferici. Le gigantesche travi sono state assemblate sul posto. E sull’ultimo spezzone è stata imbullonata la gigantesca statua del redentore restaurata dall’artista Laura Poli.

SISTEMATI i tiranti metallici e la vasta area verde adiacente all’opera, per mettere ufficialmente la parola fine all’operazione restano da montare alcuni vetri della cripta e da completare la via crucis, che da Demo raggiungerà la croce passando da Andrista.

Un percorso che si snoda in gran parte nel bosco, tra mulattiere e sentieri, lungo il quale in determinati punti saranno collocati i totem, anche questi in acciaio, che racconteranno la passione e la morte di Cristo. Nelle prossime settimane la stazione appaltante, ovvero l’Unione dei Comuni della Valsaviore che si è fatta carico dell’investimento, nominerà un tecnico incaricandolo del collaudo. Come stabilito nel contratto, per i prossimi vent’anni la Cmm dovrà prendersi cura della parte strutturale della croce, con controlli periodici e puntuali sulla stabilità e la tenuta.

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