Masso gigante in bilico, sgomberate due case

di Alessandro Romele
Le abitazioni sulle quali incombe il masso gigante e che per precauzione sono state sgomberateIl versante a rischioMezzi e operai al lavoroLa strada di accesso alla Rocchetta è stata chiusa dopo l’ordinanza emessa dal sindaco InverniciIl torrente Tufere in piena rappresenta un’ulteriore minaccia
Le abitazioni sulle quali incombe il masso gigante e che per precauzione sono state sgomberateIl versante a rischioMezzi e operai al lavoroLa strada di accesso alla Rocchetta è stata chiusa dopo l’ordinanza emessa dal sindaco InverniciIl torrente Tufere in piena rappresenta un’ulteriore minaccia
Le abitazioni sulle quali incombe il masso gigante e che per precauzione sono state sgomberateIl versante a rischioMezzi e operai al lavoroLa strada di accesso alla Rocchetta è stata chiusa dopo l’ordinanza emessa dal sindaco InverniciIl torrente Tufere in piena rappresenta un’ulteriore minaccia
Le abitazioni sulle quali incombe il masso gigante e che per precauzione sono state sgomberateIl versante a rischioMezzi e operai al lavoroLa strada di accesso alla Rocchetta è stata chiusa dopo l’ordinanza emessa dal sindaco InverniciIl torrente Tufere in piena rappresenta un’ulteriore minaccia

Due famiglie sgomberate per precauzione dalle proprie abitazioni; la parte alta di Govine minacciata dallo smottamento; il meteo che non promette nulla di buono. Allarme rosso a Pisogne, dove, dalla tarda serata di giovedì, la località Rocchetta è isolata dal resto del paese a causa di un masso di enormi dimensioni che si è staccato dalla collina sulla quale poggiano due case abitate e che ora minaccia di rotolare a valle, dove scorre il torrente Tufere. Una situazione grave, tanto che il sindaco Diego Invernici ha subito disposto l’evacuazione delle due famiglie, Laini e Silini, in tutto 4 persone, residenti nelle palazzine immediatamente sotto la zona a rischio - ospitate chi da parenti, chi da alcuni amici - e la chiusura dei due accessi, da nord e da sud, alla Rocchetta, a cui solamente i residenti possono arrivare. IL MASSO, di circa venti metri cubi e dal peso di svariate tonnellate, rimane ancorato al terreno, ma il rischio che si possa staccare è alto: in queste ore gli operai di una ditta incaricata stanno mettendo in sicurezza la zona. Sul posto i tecnici comunali, i carabinieri, gli agenti della polizia locale, i vigili del fuoco e lo stesso sindaco Invernici, per valutarne l’entità del pericolo e il da farsi. Nel frattempo, è stato disposto il divieto di accesso dalla strada che sale verso la Rocchetta, che resterà in vigore almeno per un paio di giorni. «IL TERRENO in cui si è verificato lo smottamento è privato - ha spiegato il sindaco - ed è stato necessario emettere un’ordinanza per fare iniziare fin da subito i lavori di messa in sicurezza. La situazione è comunque sotto controllo. Attenderò il parere e le relazioni del geologo incaricato e poi faremo le valutazioni del caso». La causa dello smottamento va cercata, ancora una volta, nel maltempo: le forti piogge hanno reso il terreno morbido, provocando lo sradicamento di alcuni alberi e lo staccamento di alcuni massi, tra i quali quello che adesso minaccia Govine. SITUAZIONE di pericolo anche sulla strada che collega le frazioni montane di Pontasio e Siniga: anche qui un piccolo smottamento ha riversato sulla carreggiata diversi metri cubi di materiale, fango, ramaglie e massi di piccole dimensioni. La strada è stata resa a senso unico alternato per permetterne lo sgombero, avvenuto nella mattinata di ieri. La memoria, in queste ore, va ai fatti del novembre del 2014, quando a Pisogne si registrarono diversi episodi franosi, quasi tutti nelle località comprese nel triangolo Passabocche-Dossello-Val Palot. Nei giorni seguenti furono sette gli interventi messi in campo da amministrazione e Regione Lombardia per riportare la situazione alla sua normalità. Sempre a novembre, ma del 2000, l’area del Trobiolo, sulla stessa dorsale della località Rocchetta, fece registrare la situazione maggiormente pericolosa, con il crollo di parte del versante sinistro della vallata che per diversi giorni costrinse centinaia di residenti a lasciare le loro abitazioni della Pieve, di via Miniere e di via Primo Maggio. Non a caso la Regione si è già mossa disponendo il monitoraggio dell’intero bacino del Trobiolo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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