Morto in un
crepaccio
l’alpinista disperso

di Lino Febbrari
Ricerche sull'Adamello
Ricerche sull'Adamello
Ricerche sull'Adamello

Dopo 48 ore di estenuanti e frenetiche ricerche in Valcamonica Thomas Haller è stato ritrovato senza vita sul fondo di un crepaccio.

L’avvistamento è avvenuto ieri mattina poco prima delle 7,30. Una squadra di tecnici del Soccorso alpino, salita in quota all’alba insieme a numerosi altri operatori, mentre stava effettuando la ricognizione dell’impervio sentiero che da passo Brizio conduce al Corno Bianco, ha scorto il corpo dell’alpinista in una spaccatura del ghiaccio, a una ventina di metri di profondità.

IL 47ENNE RESIDENTE a San Leonardo in Passiria, in provincia di Bolzano, aveva trascorso la notte tra sabato e domenica al bivacco Zanon Morelli in compagnia di un altro alpinista.

Al mattino si era rimesso in cammino, probabilmente con l’intenzione di raggiungere una delle ambite e frequentate vette del massiccio dell’Adamello, lasciando nel ricovero d’alta quota alcuni suoi effetti personali: una circostanza questa, che Haller prevedeva di far ritorno prima del calare dell’oscurità. Invece a poche centinaia di metri da passo Brizio si è consumata la disgrazia.

L’INCIDENTE costato la vita all’altoatesino non ha avuto testimoni e quindi è solo possibile avanzare delle ipotesi sulla dinamica della tragedia. A porre alcuni punti fermi sarà l’esito dell’autopsia effettuata nel primo pomeriggio di ieri all’ospedale di Edolo. Stando alle prime indiscrezioni, sul corpo della vittima non sono stati riscontrati traumi in grado di causare il decesso: alla luce di una serie di riscontri, prenderebbe sempre più corpo l’ipotesi che la morte sia stata provocata da un malore o da ipotermia. Thomas Haller potrebbe essere scivolato in fondo al crepaccio perdendo i sensi, e poi durante la notte essere morto per assideramento. Ma al momento non si sbilancia nessuno. «A questo punto degli accertamenti ogni scenario è plausibile – commenta il delegato della Quinta zona bresciana del Cnsas, Pierangelo Mazzucchelli, con un orecchio incollato alla radio che continua a gracchiare in collegamento col pilota dell’elicottero del 118 impegnato nel recupero della salma -. L’unica certezza che abbiamo, e ce lo confermano alcune testimonianze, è che è stato visto camminare lungo la cresta. Cosa è successo poi, resta un mistero. Forse ha pensato di effettuare una deviazione durante il tragitto dopo essersi trovato davanti a un punto particolarmente ostico. Magari ha messo un piede in fallo ed è scivolato per parecchie decine di metri fino al crepaccio nella parte terminale del ghiacciaio. Ma queste, allo stato dei fatti, sono solo ipotesi che stiamo valutando con i militari del Sagf».

SECONDO IL PARERE degli alpinisti e degli esperti frequentatori della zona, a far precipitare l’altoatesino nella fenditura potrebbe essere stato anche l’improvviso cedimento di un «ponte» di ghiaccio sul quale stava passando. Un crollo provocato probabilmente anche dalle alte temperature di questo periodo. Infatti, da giorni lo zero termico è abbondantemente al di sopra del 4 mila metri. I ponti naturali che crollano uno dopo l’altro, in queste due giornate hanno messo a rischio l’incolumità degli stessi soccorritori. I quali però non hanno lasciato nulla di intentato pur di ritrovare la salma dell’esperto alpinista.

«Tutte le forze schierate sul campo si sono davvero impegnate a fondo - puntualizza Mazzucchelli -. Eravamo convinti di trovarlo. Per farlo abbiamo impiegato senza risparmio di risorse umane, mezzi e tecnologie. Alla fine ce l’abbiamo fatta e siamo riusciti almeno a riconsegnare la salma ai familiari».

THOMAS HALLEr lo scorso fine settimana aveva lasciato la sua auto a Malga Caldea. Una volta risalito la Segosta, passato accanto ai laghi d’Avio e superato il rifugio Garibaldi, nel tardo pomeriggio di sabato aveva raggiunto il bivacco al passo Brizio. Trascorsa la notte al riparo, è purtroppo andato incontro alla morte sulle terre alte che amava ed era solito frequentare (spesso in solitaria). Una volta espletate le formalità previste dalla legge, il suo corpo è stato chiuso in una sacca e l’elicottero del 118 di Brescia lo ha trasportato sul fondovalle.

Stamattina la salma tornerà in Alto Adige dove Thomas Haller era molto conosciuto nel mondo degli appassionati di montagna. Aveva all’attivo numerose scalate sulle dolomiti. Aveva molta dimestichezza molto con le montagne della Valcamonica che frequentava con assiduità, come riferito dalla fidanzata durante le frenetiche ore che hanno scandito le ricerche concluse con un epilogo tragico.

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