Nk, lo sciopero della fame
sta diventando «virale»

Il presidio davanti alla Nk di Ceto si è allargato
Il presidio davanti alla Nk di Ceto si è allargato
Il presidio davanti alla Nk di Ceto si è allargato
Il presidio davanti alla Nk di Ceto si è allargato

Arriva una novità dal presidio di protesta per l’occupazione avviato a Ceto da Delia Bonomi e da una ex collega. In attesa della riunione del tavolo istituzionale convocata per mercoledì prossimo, nel piazzale della «Nk» di Nadro ieri sono arrivate a sostenere il presidio altre due ex lavoratrici della fabbrica tessile: Tina Ariossi e Daniela Squaratti.

Le due iniziatrici della manifestazione continuano a essere legate con una catena al cancello dell’azienda chiusa e a praticare lo scioperto della fame ingerendo solamente liquidi, mentre le nuove arrivate ieri le hanno affiancate attuando la stessa protesta dalle 7 alle 23, e continueranno nei prossimi giorni.

IERI la compagna della prima ora di Delia ha avuto bisogno dell’assistenza di un medico a causa di una crisi ipertensiva, ma poi fortunatamente il problema è rientrato, e adesso, nel gazebo che è diventato da ormai quattro giorni una casa potrebbe arrivare anche un ex dipendente maschio. Non solo: domani dalle 14 su questo stesso piazzale si terrà una manifestazione a sostegno dell’azione delle ex operaie Nk che si annuncia molto partecipata, e non è escluso che in questa occasione la protesta si articoli ulteriormente.

«Non stiamo scherzando e non ci fermeremo - dice Delia Bonomi -: ho verificato che le mie arrabbiature mi danno una grande forza per continuare». Intanto il presidio viene sostenuto da un comunicato dei due sindacati di categoria di Cisl e Cgil (Femca e Filctcem), che solidarizzano con le donne che «con la loro protesta hanno rimesso al centro dell’attenzione il tema dell’occupazione e della difficoltà del lavoro in Valcamonica, dove la crisi economica e dell’impiego ha cancellato centinaia di posti di lavoro».

Il tavolo istituzionale richiesto dai sindacati? «Rappresenterà l’occasione per rimettere al centro il tema del lavoro in valle, che deve passare da una proposta complessiva riguardante l’intero territorio, da un’idea di coinvolgimento delle aziende». L.RAN.

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