Ordine pubblico e petardi Dagli archivi è spuntata un’ordinanza del 1828

di D.BEN.
Il vademecum sulla sicurezza delle Decennali del 1828
Il vademecum sulla sicurezza delle Decennali del 1828
Il vademecum sulla sicurezza delle Decennali del 1828
Il vademecum sulla sicurezza delle Decennali del 1828

Sicurezza, prevenzione e gestione dell’ordine pubblico sono temi che ormai, e vale la pena di aggiungere purtroppo, occupano la scena principale quando di mezzo c’è qualche grande manifestazione. I troppi episodi cruenti di questi ultimi tempi obbligano a non abbassare la guardia; neppure quando di si tratta di celebrazioni religiose. I problemi della sicurezza delle Decennali non sono però solo di oggi. Ovviamente con le dovute differenze, anche all’inizio dell’Ottocento esisteva qualche preoccupazione, legata al «buon ordine» e alla tranquillità sociale. I primi di maggio del 1828, per esempio, il Commissariato di Breno si rivolgeva alla Deputazione comunale per comunicare che l’istanza allo svolgimento delle feste decennali era stata accolta e si rilasciava autorizzazione a che «la solennità sia fatta nel luogo al quale è consacrato l’antico voto di codesta popolazione, e dove la festa ebbe luogo anche nel tempo passato». NEL DOCUMENTO si faceva pure notare che una «diversa straordinaria determinazione non potrebbe non esacerbare gli animi della popolazione». Come a dire che luogo e tradizione non si toccano, per non far imbestialire i fedeli. Non manca l’invito alla Fabbriceria locale affinché disponga «di vegliare, perché sia conservato il buon ordine e la tranquillità», insieme alle «occorrenti disposizioni» date anche alla Gendarmeria. Una nota particolare riguarda poi i fuochi d’artificio, previsti per la sera del 7 maggio di quell’anno: la preghiera è quella di osservare «scrupolosamente le discipline vigenti», con l’avvertimento che «lo sbarro dei mortaretti deve eseguirsi in luogo separato, fuori ed in distanza dell’abitato, ove non può alcuno aver accesso fuori che la persona dell’arte; che eguale cautela occorre anche per fuochi artificiali, avvertendo che restano esclusi li raggi, volgarmente detti mosconi». Evitare troppe scintille era d’obbligo anche allora, per proteggere boschi e case. Oggi le norme antincendio sono più severe, ma senza i fuochi artificiali che fanno da apoteosi alla Funsciù sarebbe come chiudere una festa senza brindisi.

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