Pianta killer, è di nuovo allarme rosso

di L.FEB.
L’area in cui sono state individuate le piante è stata recintata
L’area in cui sono state individuate le piante è stata recintata
L’area in cui sono state individuate le piante è stata recintata
L’area in cui sono state individuate le piante è stata recintata

A Vione è tornato l’allarme pianta killer. Ovvero la Pànace di Mantegazzi (o Pànace gigante), una pianta ornamentale originaria del Caucaso che se non trattata con le dovute precauzioni può causare seri danni alla pelle, quali bolle e scottature anche permanenti, e la cecità (nei casi più gravi) se il succo all’interno del fusto e delle foglie entra in contatto con gli occhi. Diversi esemplari sono stati notati in un prato a fianco della ciclabile, a poca distanza dall’Oglio e dal bacino artificiale della centrale Edison: il medesimo luogo dove già dal 2014 ne era stata segnalata la presenza. Il sindaco di Vione, Mauro Testini, ha perciò firmato un’apposita ordinanza (lo aveva fatto anche in passato) per avvertire la popolazione della pericolosità di tale essenza arborea, che può svilupparsi fino a due metri di altezza. «Pur avendo intrapreso negli anni scorsi tutte le azioni consigliate dagli esperti - afferma il primo cittadino - compresi monitoraggi continui per poterle impedire di diffondersi - una singola Pànace è in grado di produrre migliaia di semi che dispersi dal vento possono attecchire anche a distanze considerevole - purtroppo, vuoi per il clima di questo pazzo maggio, vuoi che riuscire a estirparla completamente è assai difficile, quest’anno si è ripresentato il problema». L’area a rischio in cui si trovano le piante killer è stata delimitata e al più presto partirà l’operazione per la loro (si spera) completa distruzione. «PROCEDEREMO con l’utilizzo di un potente diserbante – chiarisce Testini - poi a recidere le radici e a movimentare il terreno, sperando che il prossimo anno non ricrescano. Diversamente interverremo con soluzioni più drastiche». Tra queste, quella consigliata da un esperto botanico che prevede, dopo gli interventi sopra citati, lo stendimento sul terreno di un telone ricoperto da frasche d’abete. Soluzione che potrebbe essere adottata anche a Fobia di Edolo e Paissone di Sonico, altre zone infestate dalla temuta Pànace. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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