Profughi e accoglienza
L’artigianato fa scuola

I giovani richiedenti asilo nel laboratorio di Edoardo Calvetti
I giovani richiedenti asilo nel laboratorio di Edoardo Calvetti
I giovani richiedenti asilo nel laboratorio di Edoardo Calvetti
I giovani richiedenti asilo nel laboratorio di Edoardo Calvetti

La micro accoglienza funziona se il territorio risponde. E a Capodiponte risponde. Lo dimostrano i quattro giovani provenienti dal Gambia e dal Senegal (presto saranno affiancati da altri quattro) che stanno facendo una interessante esperienza nel laboratorio di falegnameria di Edoardo Calvetti, resosi disponibile a insegnare loro i rudimenti della sua professione.

L’ARTISTA artigiano ha sottoscritto un accordo con la cooperativa sociale K-Pax di Breno per addestrare i richiedenti asilo sull’uso dell’attrezzatura, e gli apprendisti, tutti di età compresa fra i 20 e i 25 anni, riescono già a lavorare il legno producendo tavoli e altri arredi. Mane Koutobou, Ousmane Tall, Amadou Camara e Musa Ceesay, in Italia da circa tre mesi dopo aver attraversato il Mediterraneo sui famigerati barconi, sono stati indirizzati alla coop sociale presieduta da Carlo Cominelli, e la stessa onlus ha poi contattato Calvetti, che con grande sensibilità e disponibilità li ha presi in carico per insegnare loro il mestiere.

Da febbraio e fino al 2 maggio, il lunedì e il mercoledì pomeriggio gli aspiranti falegnami seguono le direttive dell’artigiano, che soprattutto insegna loro l’uso dell’attrezzatura di laboratorio. «Questi ragazzi stanno imparando come si deve tagliare il legno e come arrivare al prodotto finito e alcuni di loro ci sanno veramente fare. Mi auguro che quanto stanno imparando da me possa servire loro da un punto di vista professionale e come arricchimento personale», commenta Calvetti.

I gambiani Musa e Amadou e i senegalesi Ousmane e Mane, che al mattino seguono le lezioni d’italiano, sono accompagnati nella loro esperienza di falegnameria da Dario Ducoli, giovane operatore socioassistenziale che lavora per la cooperativa da cinque anni: originario di Niardo, è figlio di Giandomenico Ducoli, l’alpinista scomparso in Perù nel 1993. L.RAN.

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