Riscaldamento, il modello Edolo funziona

di Lino Febbrari
La centrale che produce calore per le case e gli uffici di Edolo
La centrale che produce calore per le case e gli uffici di Edolo
La centrale che produce calore per le case e gli uffici di Edolo
La centrale che produce calore per le case e gli uffici di Edolo

In dieci anni di attività, poco alla volta, la grande «stufa» di Edolo ha mandato in pensione centinaia di caldaie alimentate a gasolio, o peggio ancora a nafta pesante, contribuendo in modo determinante a migliorare la qualità dell’aria e abbattendo drasticamente l’inquinamento ambientale.

Parliamo dell’impianto di teleriscaldamento entrato in funzione alla fine del 2005, la cui rete di distribuzione del calore da allora, anno dopo anno, si è estesa a tutto l’abitato del capoluogo raggiungendo anche, grazie a una stazione di rilancio realizzata appositamente vicino alla caserma della Guardia di Finanza, la confinante frazione di Mù. L’altro ieri la centralina, che è collocata a pochi passi dall’area mercatale, su iniziativa di Vallecamonica Servizi è stata meta della visita del ministro polacco dell’Energia, accompagnato da una folta delegazione di imprenditori e funzionari governativi. «Ha preso atto della nostra realtà - commenta Francesco Garatti, presidente di Integra, la società collegata a Vallecamonica Servizi che ha ideato e ora gestisce l’impianto - e ha dimostrato anche grande interesse».

I NUMERI della centrale, le cui tre caldaie bruciano principalmente metano (mediamente 2.8 milioni di metri cubi all’anno) e legno cippato, che in cogenerazione producono anche 7mila MWhe di energia elettrica, dicono che gli utenti collegati hanno superato la soglia dei 600 (tra loro figurano tutti gli uffici pubblici, scuole, municipio, impianti sportivi), la rete di distribuzione si dipana per 15 chilometri. L’acqua viene immessa a 80 gradi a una pressione nominale di 16 bar per tornare a «casa» attorno ai 60 gradi.

«Questa è la nostra più importante delle nostre sei centrali del teleriscaldamento che gestiamo», annota il presidente. Il quale coglie l’occasione per smentire decisamente le voci che sostengono come, soprattutto a seguito di alcune strane fumate notturne, nelle camere di combustione finisca un po’ di tutto. «Assolutamente no. In questo periodo dell’anno bruciamo esclusivamente metano, e nel periodo di punta invernale mettiamo in funzione la caldaia funzionante a cippato vegetale di origine locale».

Qual è il futuro di questo impianto? Potrà essere potenziato riuscendo a raggiungere nuovi utenti? «Posso dire che avendo recuperato gli importanti investimenti economici fatti in passato, nei prossimi anni la nostra società punterà a sviluppare questa fonte di energia rinnovabile e pulita».

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