sistemato nella parte più alta del tracciato Dissesto, la «valle Roncaglia»

Un tratto della valle Roncaglia invaso da vegetazione e rifiuti
Un tratto della valle Roncaglia invaso da vegetazione e rifiuti
Un tratto della valle Roncaglia invaso da vegetazione e rifiuti
Un tratto della valle Roncaglia invaso da vegetazione e rifiuti

Domenico Benzoni La speranza concreta è che a Milano trovino le risorse per chiudere il cerchio, risolvendo definitivamente, almeno si spera, uno dei tanti problemi di dissesto della Valcamonica. Uno storico problema che si chiama valle Roncaglia e che è collocato sul territorio di Piancamuno. Negli anni gli interventi effettuati su questo invaso torrentizio ballerino sono stati diversi: vallo di contenimento, canali drenanti, opere di bonifica, impianti piezometrici. A essere interessata, e a creare pericoli, è soprattutto la parte alta che sovrasta l’abitato. L’amministrazione comunale ora però concentra l’attenzione anche sul tratto finale, quello che da via Minolfa arriva fino a via Galilei, sulla provinciale 510. Per questo segmento di alveo è stato presentato in Regione un progetto finalizzato ad accedere ai fondi per la regimazione idraulica forestale. Si tratta di contributi a valere sul Programma di sviluppo rurale, destinati a contrastare il dissesto idrogeologico e idraulico esterno al tessuto urbano consolidato. Superata la parte di versante scosceso, il tratto finale della valle Roncaglia corre abbastanza lontano dalle abitazioni e attenua la sua pendenza; ma la pulizia e la manutenzione sono ritenute necessarie per garantire il deflusso delle acque con maggiore tranquillità. ATTUALMENTE l’alveo del torrente di Piancamuno è infatti invaso da ogni tipo di cespugli, tanto che è difficile persino scorgerne il percorso, e in alcuni punti qualcuno lo ha anche trasformato in una discarica di rifiuti. Da qui la necessità del progetto di regimazione e pulizia, che prevede un impegno di spesa di 333 mila euro (260 mila per lavori). A Piancamuno vorrebbero accedere alla ripartizione dei circa 7 milioni di euro che la Regione ha deciso di mettere sul piatto per quella tipologia di interventi che comprendono stabilizzazione dei versanti di frana, opere anti erosive, regimazione delle acque con gabbionate, costruzione di scogliere e adeguamento degli alvei. Per ora sul tavolo c’è solo un progetto approvato a livello tecnico per l’ottenimento dei contributi: nessun impegno di bilancio, quindi, fino a quando da Milano non arriverà la conferma del finanziamento. Se i soldi arriveranno lo si saprà solo verso la metà di aprile del prossimo anno, a istruttoria e procedure chiuse, dopo la compilazione dei punteggi che seguirà criteri di «misurazione» precisi del livello di pericolosità. La spesa massima ammissibile deliberata dalla Regione per ogni singolo intervento non può superare i 500 mila euro, e il contributo può arrivare fino al 100%. •

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