Spazi adeguati e nuovi servizi La Pia fondazione alla svolta

Lavori in corso nella sede della Pia fondazione di Malegno
Lavori in corso nella sede della Pia fondazione di Malegno
Lavori in corso nella sede della Pia fondazione di Malegno
Lavori in corso nella sede della Pia fondazione di Malegno

Claudia Venturelli I lavori sono quasi ultimati, ma all’interno della ampiamente rinnovata «Pia fondazione» di Malegno c’è tutto un progetto in fermento. Perchè le opere non hanno coinvolto solo le strutture, ma anche la «testa» di una realtà da molti anni in prima fila nell’accoglienza delle persone disabili o semplicemente fragili che ha messo in campo un milione di euro, denaro concesso in buona parte come contributo dalla Fondazione Cariplo e dalla Regione, per ampliare e ammodernare un edificio degli anni Sessanta che non rispondeva nemmeno alle nuove norme antisismiche. Grazie al cantiere in fase conclusiva «verranno realizzati due piccoli appartamenti, uno per anziani fragili, uno per disabili fragili - spiega il presidente della fondazione Stefano Sandrinelli - e infine verrà realizzato, con il contributo Cariplo, un grosso appartamento per l’housing sociale. Se ne parla poco in questa valle in cui l’housing sociale non è molto presente: ospiterà persone autosufficienti che si trovano a casa da sole e vogliono vivere relazioni. Avranno stanze singole ma spazi comuni in cui relazionarsi in una sorta di terza età attiva». NON È TUTTO: nella struttura rinnovata e allargata si trasferirà (dal centro di Malegno in cui ha operato fino a oggi) e servirà per la prima volta anche gli utenti di Cividate Camuno il Centro diurno integrato; un altro servizio dedicato agli anziani. «Siamo arrivati alla conclusione che i servizi per gli anziani hanno senso se fatti almeno su una dimensione di almeno cinquemila abitanti - aggiunge Paolo Erba, primo cittadino di Malegno -. Questa diventerà una sorta di cittadella per la terza età residente a Malegno e Cividate insieme». L’idea è sì creare occasioni di incontri relazionali anche con gli utenti diversamente abili, ma soprattutto si vuole seguire una linea che immagina la terza età in modo nuovo, lontana il più possibile dalle case di riposo che per giunta sono sovraffollate. «L’IDEA su cui si sta lavorando - chiude Erba - è un servizio che parta dalla prima assistenza, un servizio domiciliare all’anziano, fino ad arrivare alle porte della Rsa. Stiamo lavorando con quella di Esine in questo senso e l’obiettivo è arrivare al punto in cui i nostri concittadini più in là con gli anni restino a casa, e quindi nel paese e nella comunità di residenza il più a lungo possibile prima di un eventuale inserimento in una struttura». •

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