Tra monti e ghiacciai
un’impresa da sogno

di Claudia Venturelli
Mario Tevini lungo il percorso
Mario Tevini lungo il percorso
Mario Tevini lungo il percorso
Mario Tevini lungo il percorso

Ha tagliato il traguardo di un sogno, quello del mitico «Tor de Géants». La gara di corsa in montagna più dura al mondo, una prova che in pochi possono permettersi di affrontare. Uno di questi è Mario Tevini, di Edolo, tesserato per l’Us Malonno, che domani a Courmayeur sarà premiato per essere arrivato fino in fondo ai 338 chilometri che lo hanno portato, insieme ad altri ottocento concorrenti, a percorrere i sentieri ai piedi dei più importanti 4.000 delle Alpi, per un totale di 24mila metri di dislivello positivo.

Una gara massacrante, che Tevini ha chiuso in trentatreesima posizione. Mica male per un atleta non professionista con la passione per la corsa in montagna. Il tempo? 103 ore abbondanti.

«HO REALIZZATO un sogno», ha detto subito dopo aver tagliato il traguardo. Un sogno che cullava da tempo e che ha capito di poter concretizzare dopo la buona prestazione (nono nella classifica assoluta) rimediata lo scorso anno all’Ultra Trail dell’Adamello, quando di chilometri ne aveva percorsi 180. «Questo è quello che mi piace fare, mi sono divertito - prosegue Tevini - anche se non sono mancate le difficoltà».

Prima fra tutte la mancanza di sonno: «Ho dormito una media di un’ora a notte nei punti vita, e poi il tempo non è stato troppo clemente, con un’escursione termica molto forte tra il giorno e la notte».

Tutto spazzato via dalla gioia di conquistare il traguardo: partito domenica mattina alle 10, Tevini ha chiuso la sua prestazione poco dopo le 17.30 di giovedì, quinto giorno di una gara che ammette arrivi fino alle 16 di oggi. Mario e la corsa in montagna si sono incontrati per caso: direttore del Consorzio Forestale Alta valle, sposato e papà di tre bambini, il neo 40enne dedica a questo sport i ritagli di tempo, «per questo per me il Tor era un sogno». Un sogno che si è realizzato e che gli lascia stampato in volto il sorriso di chi ce l’ha fatta. Non a vincere la gara (portata a casa, con record, dal basco Javi Dominguez), ma a essere stato tra i protagonisti di un’avventura.

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