Un salto nel Medioevo
grazie al latte dei morti

di Domenico Benzoni
Bovini al pascolo in una delle malghe di Gianico
Bovini al pascolo in una delle malghe di Gianico
Bovini al pascolo in una delle malghe di Gianico
Bovini al pascolo in una delle malghe di Gianico

Basta leggere la definizione perchè il pensiero corra immediatamente a retaggi medioevali; e in effetti le radici di questo evento affondano in epoche molto, molto lontane. Ma si sa, Gianico è un paesino che ama conservare la sua cultura tradizionale; il suo patrimonio immateriale fatto di usanze suggestive.

Basti pensare, per esempio, alla distribuzione del «sale dei Visì», quel sale che ancora viene assegnato a fine anno agli Antiqui originari delle Vicinie (una istituzione pre comunale); distribuito a ognuno dei componenti di quelle famiglie che rappresentano il ceppo storico dei residenti.

SEMPRE sull’onda della salvaguardia della tradizione, domani la parrocchia di San Michele Arcangelo guidata da don Fausto Gregori tornerà a ospitare il magico incanto (una vera asta) del «latte per i morti».

Nel passato la prima mungitura di malga, quella effettuata subito dopo l’arrivo delle mandrie negli alpeggi, era destinata a suffragio delle anime dei defunti. E così è ancora adesso: chi sale a pascolare le malghe di Gianico si impegna a offrire alla chiesa il prodotto della prima caseificazione. Anche se qualche cambiamento c’è stato nella gestione dell’asta, la tradizione è salva.

IN QUESTI giorni ogni gianichese può presentare la sua offerta per l’incanto di quello che si chiama latte dei morti: si deposita dal parroco una busta chiusa con indicato quanto si intende pagare al litro il prezioso alimento ricavato dalle bovine che già stanno pascolando a Cimosco, Paglia o Rondeneto, e ad aggiudicazione effettuata il migliore offerente si garantirà la relativa produzione di formaggio, burro e ricotta. Volendo potrà anche andare sul posto per collaborare con i mandriani alla caseificazione.

E così anche quest’anno le anime dei morti saranno ricompensate grazie alla generosità dei vivi, i quali in autunno potranno gustarsi una saporita fetta di formaggio d’alpeggio.

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