Valanghe, Villa di Lozio può tirare il fiato

di Claudia Venturelli
Una parte della barriera antivalanghe installata a LozioUna delle pericolose  valanghe cadute  nella valle del Re
Una parte della barriera antivalanghe installata a LozioUna delle pericolose valanghe cadute nella valle del Re
Una parte della barriera antivalanghe installata a LozioUna delle pericolose  valanghe cadute  nella valle del Re
Una parte della barriera antivalanghe installata a LozioUna delle pericolose valanghe cadute nella valle del Re

Manca solo la neve per effettuare il vero collaudo dell’opera, appena terminata, che salverà Villa di Lozio dalle valanghe. Il prossimo e ultimo passaggio sarà il collaudo finale di un intervento che si attendeva da anni, curato da progettisti, direzione lavori e funzionari della Comunità montana, protagonisti nei giorni scorsi di un sopralluogo sull’opera che certo segna lo spartiacque con il futuro del piccolo borgo. Oggi la valle del Re è più sicura grazie agli sbarramenti creati a monte con materiale recuperato sul posto, e ancorato a terra con una rete metallica in grado di resistere alla violenza di più valanghe. Luogo storicamente soggetto alle scariche di neve, anche in questi ultimi anni decisamente meno ricchi di un tempo dal punto di vista delle precipitazioni, era finito tempo fa in primo piano per il fronte sceso fin sul piazzale che anticipa la strada. Il Comune non ha speso un solo euro per l’operazione: i 700 mila euro li ha messi tutti la Regione, che ha riconosciuto importanza e necessità di un’opera che qui si aspettava da troppo tempo: «Sono soldi investiti per la prevenzione - ha detto il primo cittadino Francesco Regazzoli -, per le persone e per la viabilità essendo questa non solo una strada di collegamento turistico ma anche un’importante via di fuga per i paesi di Borno e Lozio». Il tutto è stato realizzato dal Consorzio forestale Pizzo Camino e consegnato in anticipo rispetto alla tabella di marcia: «Abbiamo lavorato senza sosta, sabati e domeniche comprese - ricorda il presidente Attilio Andreoli -, per questo è doveroso ringraziare gli operai». SE SARÀ nevoso l’inverno sarà il banco di prova degli sbarramenti che si inseriscono bene nel contesto naturalistico che abbraccia la frazione più grande di Lozio: «Lo scopo era quello di creare una barriera e consentire l’accumulo su più fronti delle valanghe - aggiunge Umberto Belfiore, progettista del manufatto - all’interno di un invaso creato a monte. Il progetto prevedeva un volume d’accumulo di 65mila metri cubi, ma grazie ai miglioramenti in corso d’opera siamo riusciti ad aumentarlo fino a 80mila». •

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