Vandali d’alta quota in azione: «Uno schiaffo al nostro lavoro»

di Luciano Ranzanici
L’ex caserma Campellio di Cevo:  il restauro dei ruderi del forte militare è ormai a un passo dal traguardo
L’ex caserma Campellio di Cevo: il restauro dei ruderi del forte militare è ormai a un passo dal traguardo
L’ex caserma Campellio di Cevo:  il restauro dei ruderi del forte militare è ormai a un passo dal traguardo
L’ex caserma Campellio di Cevo: il restauro dei ruderi del forte militare è ormai a un passo dal traguardo

«Una vigliaccata, un gesto irriverente e stupido. Siamo molto arrabbiati. Da quattro estati lavoriamo sodo e questo è il modo in cui veniamo ripagati». Roberto Matti, uno degli infaticabili motori del progetto di messa in sicurezza e restauro dei ruderi dell’ex caserma Campellio di Cevo, commenta con rabbia e rammarico il furto messo a segno qualche giorno fa ai 2000 metri della fortezza risalente alla Grande Guerra (il 1915 fu l’anno di costruzione) che sorge nella zona del lago d’Arno ed è finita sotto i ferri grazie all’impegno di decine di volontari. Un pezzo di storia della Valcamonica, un luogo simbolico teatro il 3 aprile 1916 di un immane tragedia: la la morte di ben 86 militari (tra fanti, alpini, artiglieri di campagna e soldati della milizia territoriale) travolti con l’edificio da una spaventosa valanga. È STATO lo stesso Matti ad accorgersi che dopo avere scassinato i lucchetti di una baracca adibita a deposito attrezzi, i ladri hanno rubato una motosega e alcune lime. Più che un furto, un vero e proprio atto vandalico, se non altro perché è difficile immaginare che un razziatore di cantieri (o una banda specializzata in questo tipo di furti) si prenda la briga di salire fino a quota 2000 per trafugare una motosega e qualche lima. Da qui la rabbia (tanta) e la frustrazione, per uno sfregio che ha il sapore dell’insulto. I LAVORI nel frattempo proseguono, coordinati da Mauro Bazzana del Comitato Caserma Campellio (costituito a Cevo nel 2015 in occasione del centenario della Grande Guerra). Il restauro del nucleo centrale del fabbricato sarà ultimato entro settembre e sarà poi aperto ai visitatori grazie anche alla collocazione di un’opportuna cartellonistica. I volontari impegnati in gruppi di nove, tra i quali gli alpini di tutti i gruppi della Valsaviore, che svolgono i loro turni di lavoro e poi pernottano nei locali della centrale elettrica di Campellio, dovranno sospendere provvisoriamente gli interventi perché Enel deve eseguire alcune opere strutturali nell’edificio di proprietà. Si deve prioritariamente al professor Andrea Belotti l’idea di recuperare e di mettere in sicurezza l’ultracentenaria caserma: grazie al suo impulso attorno all’ipotesi di intervenire sul fabbricato (l’ex insegnante l’aveva caldeggiata anche in un suo libro del 2002) si creò un crescente interesse, e quattro anni fa l’idea di restaurare i ruderi, e tracciare al loro interno un percorso storico, incontrò il favore di Comunità Montana e Parco dell’Adamello, che predisposero il progetto. Un supporto non di certo secondario, oltre a quello del Comune di Cevo, è venuto anche dagli studenti dell’istituto Olivelli Putelli, che hanno eseguito una ricerca topografica sul sito. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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