Addio al signore dei «Tre Cantù»

di E.ZUP.
Damiano Franzoni: aveva 55 anni
Damiano Franzoni: aveva 55 anni
Damiano Franzoni: aveva 55 anni
Damiano Franzoni: aveva 55 anni

Se ne è andato l’altra notte in silenzio, troppo presto, troppo in fretta. L’esatto opposto di quello che succedeva appena varcata la porta dell’osteria «I Tre Cantù», piccola roccaforte della tradizione bresciana (quella vera, schietta e generosa: un modo di essere non una bandiera da sventolare) abbarbicata in una piazzetta su a Serle: dal primo saluto all’abbraccio prima di andarsene, in silenzio proprio non ci sapeva stare. E vivaddio, perché quelle di Damiano non erano mai parole banali. Parlava di cucina, naturalmente. Ma anche di memorie gastronomiche, ricordi di viaggi, frammenti sbiaditi di storie possibili che talvolta aveva vissuto e spesso solo immaginato osservandole da lassù. Cinquantacinque anni, il sorriso gentile di un bimbo mai cresciuto, Damiano Franzoni si divideva tra la sala e i fornelli, questi ultimi il regno di sua mamma Angela, cuoca formidabile. INSIEME FACEVANO una miscela esplosiva: piatti semplici dai gusti decisi, sapori dimenticati, passione, genuinità, senza fronzoli, senza retorica: insalata di gallina con uvetta, pinoli e scorzette di arancia, fagioli del diavolo con cipolle, polenta taragna, «che è formaggio con polenta, non viceversa», le frittate alte quattro dita e soffici come spuma i salumi nostrani. Il menù non è mai cambiato dal giorno dell’apertura (fine anni Settanta, primi Ottanta) ed era quello il bello; Damiano lo serviva orgogliosamente ai tavoli; il locale ha sempre avuto il suo carattere e d’ora in avanti ne conserverà lo spirito. Difficile immaginarselo senza di lui, anche se la signora Angela ha ancora tempra da vendere. La prima volta capitò di incontrarlo per caso, qualche anno fa, di passaggio a Serle per una brutta storia di cronaca. Se ne stava davanti alle varie insegne delle guide che costellano la porta dei Tre Cantù, compresi due gamberi sulla Gambero Rosso, forse il riconoscimento più importante, anche se a lui non gliene fregava granché: preferiva il sorriso dei clienti. Su Tripadvisor un temerario ha colto nel segno: «Spesso è chiuso, magari d'inverno fa un pochino freddo, ma assicuro che l'amore per la cucina e il proprio lavoro scalderanno anche voi». •

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