Caccia, 21 capanni
sul tavolo dell’Europa

Un capanno di caccia a Serle
Un capanno di caccia a Serle
Un capanno di caccia a Serle
Un capanno di caccia a Serle

C’è una procedura «Pilot», l’anticamera della procedura d’infrazione europea, a dare forza alla nuova azione della Lega per l’abolizione della caccia e del Gruppo d’intervento giuridico nei confronti di quelli che vengono ritenuti illeciti urbanistici localizzati sull’Altopiano di Cariadeghe di Serle: nel mirino, oggi come nel passato, 21 appostamenti di caccia che le due realtà definiscono «capanni bunker», per i quali si chiedono da tempo informazioni e provvedimenti restrittivi.

IL SOSTEGNO indiretto dell’Europa? È dato dalla «persistenza della procedura di indagine Eu Pilot 6730/14/ENVI aperta nel luglio 2014 - spiegano Lac e Gig - diretta ad accertare se esista in Italia una violazione dell’articolo 6 della direttiva Habitat a causa di attività e progetti realizzati in assenza di Valutazioni di incidenza ambientale in aree rientranti in Siti di importanza comunitaria (Sic, proprio come l’Altopiano di Cariadeghe) e zone di protezione speciale (Zps). All’interno di questa procedura abbiamo chiesto alla Commissione di aprire un capitolo specifico su Serle».

Perchè Serle? Perchè su Cariadeghe, un Monumento naturale, pesa un vincolo idrogeologico e paesaggistico, e perchè la stessa area è appunto un Sic; per cui una qualsiasi costruzione, anche un capanno, magari parzialmente in muratura come alcuni di quelli segnalati all’Europa (e in passato anche a ministero per i Beni culturali, Sovrintendenza, corpo forestale dello Stato e ovviamente Comune, oltre che alla magistratura) ha bisogno di una dichiarazione di inizio lavori, deve rispettare i vincoli e superare una Valutazione d’incidenza. Ma finora nessuno ha risposto rispetto all’esistenza o meno di tutte queste autorizzazioni.

Non solo: «Curiosamente non è finora pervenuta alcuna risposta inerente la legittimità o meno delle strutture fisse destinate all’attività venatoria - aggiungono Lac e Gruppo d’intervento giuridico - ma il Comune di Serle ha pensato di indire un’asta per affittare gli appostamenti di proprietà municipale, limitando però a un anno venatorio l’assegnazione “dato atto che sono in corso accertamenti tecnici in merito a un esposto presentato da una associazione ecologista“».

Un chiaro conflitto d’interessi secondo i promotori della nuova iniziativa: «Abbiamo un ente gestore del Monumento naturale, il Comune, che è anche un imprenditore che affitta i suoi capanni, e che finora non ha fornito le informazioni richieste sulla sussistenza o meno delle autorizzazioni relative».

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