Con i Camminatori del lago d’Idro
l’escursionismo diventa consapevole

[CROSSHEAD_CO]La comitiva di «Camminatori» alla fine del periplo
[CROSSHEAD_CO]La comitiva di «Camminatori» alla fine del periplo
[CROSSHEAD_CO]La comitiva di «Camminatori» alla fine del periplo
[CROSSHEAD_CO]La comitiva di «Camminatori» alla fine del periplo

Chi viene conquistato dalle bellezze della montagna difficilmente resiste alla tentazione di trasmettere ad altri questa passione. Pierfranco Bolandini, erborista di Ponte Caffaro, è uno dei tanti «contagiati» dall’amore per l’alta quota e per il territorio, e da nove anni, una volta al mese, con qualsiasi tempo (neve, vento e pioggia non lo fermano) organizza per chiunque voglia partecipare un ormai gettonatissimo periplo del lago d’Idro. Un appuntamento che richiama fans non solo dal Bresciano, ma anche dall’Austria e dalla Svizzera, pronti a diventare quei «Camminatori del lago d’Idro» che spesso, nei paesi attraversati, vengono accolti con caffè o thè con i biscotti.

Tutto è nato dalle emozioni che Bolandini ricava dalla splendida natura che circonda le sponde dell’Eridio. E tutto prosegue con un notevole spirito di sacrificio; con tanto tempo dedicato gratis, perchè la partecipazione è a costo zero. Pensare che questa attività di Bolandini sia stata paragonata a quella delle guide alpine (che accompagnano la gente su ben altri terreni) non può che far sorridere: il Collegio delle guide di Sondrio, forse istigato da qualcuno, l’ha diffidato; ma ha perso l’occasione di evitare una brutta figura.

«La gente che viene con me si diverte e impara a conoscere questo tratto di valle del Chiese ricco di segreti e meraviglie; io cerco di trasmettere loro tutto il mio entusiasmo. E imparo anch’io qualcosa: per esempio grazie a quella signora di Milano venuta con un sacco dello sporco e un cane addestrato a raccogliere i rifiuti, bottiglie vuote, cartacce, per metterli nel contenitore. Un gesto che mi è rimasto nel cuore».

Piacere ma anche spirito critico: a volte i Camminatori segnalano alle guardie ecologiche e alle autorità gli abusi edilizi o le recinzioni clandestine che trovano, e forse c’è proprio questo all’origine della «strana» diffida delle guide. È pensar male? Forse no.

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