Anche una parte della politica si muove apparentemente nel senso della tutela di acqua e territorio dell’alta Valsabbia. Nei giorni scorsi dal Trentino è arrivata una proposta concreta che invita la Regione Lombardia a un gruppo di lavoro per la revisione del regolamento del 2002; quello che consente uno svaso del lago di 3 metri e 25 centimetri.
GLI INCONTRI promossi dai comitati di difesa del lago, la firma di un accordo temporaneo fra Lombardia e Provincia autonoma di Trento per la gestione coordinata dell’Eridio e dei serbatoi dell’alto Chiese nei prossimi 4 anni e la notizia che ci vorrà ancora del tempo prima che inizino i lavori per la realizzazione delle nuove opere di svaso volute da Milano hanno riacceso l’attenzione, e dal Trentino è arrivata la proposta dell’assessore Mauro Gilmozzi.
Il responsabile di Infrastrutture e Ambiente di Trento ricorda che «il protocollo operativo temporaneo ha validità fino alla conclusione dei lavori di messa in sicurezza del lago e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2020. In questo documento si prevede che l’escursione del livello sia contenuta entro 130 centimetri rispetto alla quota di massima regolazione (attualmente consentita a 368,50 metri sul livello del mare dal ministero delle Infrastrutture), ma dopo il 2020 rientrerebbero in vigore le norme contenute nel regolamento del 2002, che indica detta escursione in 325 centimetri; per questo è necessario un gruppo di lavoro che avvii un percorso condiviso per stabilire i livelli idrici più favorevoli non solo alla vita del lago e del suo ambiente, ma anche all’equilibrato contemperamento degli interessi in gioco».
Una presa di posizione che non poteva non essere accolta positivamente da chi attorno al lago ci vive. Adesso, ricorsi aperti e petizioni a parte, la speranza è che con quasi 4 anni di tempo i due enti interessati, magari (finalmente) coinvolgendo le realtà locali, trovino la soluzione giusta per il lago nel rispetto di tutti gli interessi. M.ROV.