Eridio e Chiese, serve un patto tra gentiluomini

di Paolo Baldi
Una bella immagine del lago d’idro visto dai rilievi di Ponte Caffaro
Una bella immagine del lago d’idro visto dai rilievi di Ponte Caffaro
Una bella immagine del lago d’idro visto dai rilievi di Ponte Caffaro
Una bella immagine del lago d’idro visto dai rilievi di Ponte Caffaro

«Dal 2007, grazie ad anni di proteste e pressioni, il tabù dei 3,25 metri di escursione verticale è stato superato da un accordo temporaneo, ed è iniziata la più lunga sperimentazione mai attuata da queste parti che ha ridotto il prelievo d’acqua dal lago d’Idro a un metro e mezzo: funziona così da 10 anni, il lago è tornato al suo aspetto originario, e nonostante la riduzione del flusso non ci risulta che nessuna azienda agricola della pianura sia fallita per carenze idriche».

Gianluca Bordiga, presidente degli Amici della Terra lago d’Idro e Valle Sabbia, ha riassunto con questo semplice quadro, ieri, la possibilità (prima ancora che la necessità) di arrivare a una gestione paritetica del bene acqua, presentando insieme alla presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto, una nuova campagna studiata in tandem dalle due associazioni che stavolta punta alla tutela dell’intero bacino fluviale-lacustre rappresentato dall’Eridio e dal Chiese a Nord e a Sud del lago; una campagna che si rivolge a tutti i 24 comuni delle tre province attraversate dal fiume; alle amministrazioni locali ma anche a tutti i cittadini residenti e a ogni associazione presente in questi territori.

È una grande sfida culturale prima ancora che politica quella lanciata da Amici della Terra e Legambiente: una sfida che chiede alle popolazioni di «riavvicinarsi» all’acqua per proteggerla, e agli enti locali di scegliere tra il disinteresse e la tutela spingendo per la nascita di entità gestionali alle quali nessuno ha finora mai pensato lasciando così spesso spazio alla speculazione pura di tipo privatistico: un contratto di bacino e un ente paritetico per la gestione equa dell’oro blù; ma prima ancora la definizione di un «bilancio idrico» lungo tutta l’asta del Chiese, Eridio compreso, per capire davvero quanta acqua arriva, chi la usa come e perché.

TUTTI questi impegni, insieme a quelli di ammodernare un sistema di irrigazione della pianura obsoleto che spreca quantità enormi di materia prima, di superare la regola (mai cancellata) che fino al 2002 prevedeva appunto uno svaso dell’Eridio a 3 metri e 25, e di realizzare fogne e depuratori, sono contenuti nella petizione che le due associazioni stanno per sottoporre innanzitutto ai 24 municipi citati poco sopra, ai cui consigli comunali i promotori chiedono un pronunciamento ufficiale, e che da ieri può essere sostenuta da tutti on line: la si trova su change.org al link https://www.change.org/p/salviamo-il-lago-d-idro-e-il-fiume-chiese.

Un cambio è urgente, e non solo per l’incombere delle gigantesche opere di svaso progettate dalla Regione. Solo nel settore sublacuale del Chiese funzionano già 19 centrali idroelettriche, «e i tratti di fiume prosciugati dalle opere di presa non mancano - ricorda Barbara Meggetto -. Per questo bisogna definire l’insieme delle regole di utilizzo della risorsa idrica del bacino». E per questo non solo alle autorità locali, ma anche a quelle nazionali e comunitarie, si chiede appunto la creazione di un ente paritetico di coordinamento.

La petizione resterà aperta fino al 31 dicembre; si vedrà chi avrà il coraggio di tutelare gli interessi collettivi a partire da quello primario: l’ambiente.

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