Escavatori rubati,
guai per
un 55enne

di M.P.
La Polizia stradale ha stroncato il giro di furti tra Calabria e nord Italia
La Polizia stradale ha stroncato il giro di furti tra Calabria e nord Italia
La Polizia stradale ha stroncato il giro di furti tra Calabria e nord Italia
La Polizia stradale ha stroncato il giro di furti tra Calabria e nord Italia

Escavatori e pale meccaniche. Erano la refurtiva privilegiata da parte dei componenti di un’associazione a delinquere scoperta e smantellata dalla Polizia stradale di Vibo Valentia, con l’apporto di colleghi di Catanzaro, di Lamezia Terme, Palmi e della Scientifica di Vibo Valentia. Ma le indagini sono arrivate fino a Brescia, tanto per quanto riguarda le persone coinvolte a vario titolo, quanto per la refurtiva. Ai domiciliari è finito V.S., 55 anni, originario di San Calogero, ma residente a Nuvolera. Complessivamente, le misure cautelari sono state nove, dalla custodia cautelare in carcere all’obbligo di dimora. IL RAGGIO D’AZIONE dell’organizzazione criminale, smantellata dai poliziotti coordinati dal dirigente Pasquale Ciocca, partiva dal litorale tirrenico vibonese per poi estendersi nella piana di Gioia tauro ed arrivare fino al nord Italia nel circondario di Brescia e Milano. Dai riscontri effettuati sul campo durante l’indagine durata circa sei mesi, sono stati sequestrati in tre diverse circostanze ben 9 mezzi d’opera, il cui valore s’aggira sul milione di euro, restituiti poi ai legittimi proprietari. A conferma delle potenzialità criminali dell’associazione, uno di questi ritrovamenti ha riguardato 4 mezzi di cantiere stipati all’interno di un autoarticolato fermato in autostrada nel Vibonese e partito da Brescia. La destinazione era il Rosarnese dove i mezzi sarebbero stati taroccati. L’abilità delinquenziale dell’organizzazione è emersa anche dalla spregiudicatezza sull’utilizzo dei moderni social sulle vendite on line, dove i veicoli venivano raffigurati e descritti, per poi dare origine a un giro vorticoso di contatti, anche internazionali. Decisivi si sono rivelati poi anche i riscontri bancari sui pagamenti dei veicoli taroccati eseguiti da ignari acquirenti perlopiù con assegni bancari e bonifici ricollegabili all’organizzazione. All’origine dell’indagine c’è stato il furto di un escavatore perpetrato in un cantiere autostradale, nel marzo 2016. I poliziotti hanno poi proceduto alla visione dei filmati registrati da telecamere presenti nella zona e questo ha consentito di ricollegare il furto a un’autovettura nella disponibilità di uno dei promotori del gruppo criminale. Sono poi stati individuati gli altri componenti dell’organizzazione, ognuno con un proprio ruolo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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