La Chiesa Pastafariana esiste davvero: è associazione religiosa riconosciuta con sede legale a Granarolo nell’Emilia. Attiva dal 2012, si definisce associazione democratica e apartitica: il suo fondatore in Italia (oggi considerato Santo e Padre) fu Giorgio De Santis, che proclamò la nascita della chiesa e la sua indipendenza assumendo il nome di Pappa Al Zarkawi I. I valori dei pastafariani, che adorano il Prodigioso Spaghetto Volante, sono contenuti negli otto «Condimenti», o gli otto «Io preferirei davvero tu evitassi»: i principi sono la tolleranza religiosa, i diritti umani, il pacifismo e l’uguaglianza.
TRA GLI OBIETTIVI il contribuire all’affermazione della piena uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, alle istituzioni e nelle scuole pubbliche. Ad oggi si contano 3792 iscritti (non solo in Italia ma anche in Spagna, Francia, Germania, Malta, perfino in Turchia) e 34 luoghi di culto certificati. Ci sono sezioni in tutta la Penisola, in Lombardia sono 8: oltre alla Chiesa della Polenta e dello Spiedo bresciano, ci sono il Sacro Casoncello di Bergamo, la Pannocchia Cremosa di Cremona, la Luganega monzese, la Sacra Zuppa pavese. A fine agosto prenderà il via il sesto raduno nazionale, a Marina di Massa: tra gli eventi in programma una parata religiosa, convegni sulla blasfemia, spettacoli musicali, una Sacher Cena, una «fantastica e alcolica» festa della birra. La Chiesa Pastafariana fa parte delle cinque associazioni promotrici del Comitato Brescia Pride, che appunto ha organizzato il primo corteo «Pride» in città, il 17 giugno.A.GAT.