Lacci e trappole mortali contro i tassi

di Paolo Baldi
Uno degli animali finito nei cappi posizionati dai bracconieriUn agente della Polizia provinciale al lavoro per liberare i tassi
Uno degli animali finito nei cappi posizionati dai bracconieriUn agente della Polizia provinciale al lavoro per liberare i tassi
Uno degli animali finito nei cappi posizionati dai bracconieriUn agente della Polizia provinciale al lavoro per liberare i tassi
Uno degli animali finito nei cappi posizionati dai bracconieriUn agente della Polizia provinciale al lavoro per liberare i tassi

Le immagini a corredo di questo servizio rendono molto più della parole: raccontano a quali livelli di crudeltà possono arrivare i bracconieri, o semplicemente i giustizieri dell’ambiente che ritengono lecito liberarsi di animali protetti dalla legge perché, forse, «colpevoli» di una scorribanda in un orto o in un campo coltivato.

I tassi liberati martedì dagli agenti del Nucleo ittico-venatorio della polizia provinciale da una serie di lacci in acciaio sono rimasti ore, forse addirittura giorni a dibattersi, strozzandosi sempre di più, nel tentativo inutile di liberarsi dai cappi piazzati da uno sconosciuto con il chiaro obiettivo di eliminarli in silenzio.

IL RITROVAMENTO della tesa è avvenuto a Sabbio Chiese, in una valletta boscosa nella località «Castignidol»: il killer dei tassi aveva piazzato una decina di trappole lungo tutti i «sentieri» aperti da una piccola colonia di questi mustelidi notturni, che vivono in gruppi familiari creando «città» sotterranee, negli spostamenti da e per la tana.

Non c’era insomma modo di evitare il pericolo, e in effetti quattro esemplari adulti sono finiti nei cappi. Per uno non c’era purtroppo più niente da fare, strozzato dal filo metallico attorno al collo. Gli altri tre sono stati più fortunati, perché nel tentativo di liberarsi erano riusciti a far arrivare i lacci fino all’addome. Niente strangolamento quindi; ma se non fosse arrivato qualcuno a salvarli sarebbero comunque morti d’inedia e di fame con il trascorrere delle ore.

DOPO AVERE scoperto il sito di trappolaggio, gli agenti si sono muniti di tronchesi e di una lunga forcella di legno, e mentre un poliziotto bloccava a terra uno per uno gli animali, spaventati e quindi molto pericolosi, l’altro, indossando guanti protettivi, li ha liberati. Un’operazione rischiosa (i tassi sono animali di media taglia molto robusti) ma a lieto fine, perché tutti e tre gli esemplari sono stati salvati appena in tempo da morte sicura.

Adesso manca solo l’individuazione del trappolatore: la polizia provinciale lo sta cercando attivamente.

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