Medico in casa, tre vite salvate

Maria Teresa Comini
Maria Teresa Comini
Maria Teresa Comini
Maria Teresa Comini

Ben 137 persone si sono sottoposte allo screening cardiologico gratuito promosso dalla Fondazione Beata Lucia Versa Dalumi di Bagolino, in collaborazione con la dottoressa Maria Teresa Comini.

Vien da pensare che «se Maometto non va alla montagna la montagna va a Maometto», questo proverbio ben sintetizza l’iniziativa del medico che per sensibilizzate sull’importanza della prevenzione di alcune patologie, ha preso il suo elettrocardiografo ed è arrivata a Ponte Caffaro, da dove raggiungere i servizi sanitari non è sempre facile per tutti.

Così, sabato scorso, dalle 9 alle 17 nella sede della Casa famiglia di via Alberti Romano, Comini, specialista in cardiologia nell’unità operativa di cardiologia dell’Ospedale di Desenzano ha incontrato 137 persone. Non pochi, visto che tutti sono stati sottoposti al calcolo del rischio cardiovascolare, ossia del rischio percentuale (alto, medio, basso) di incorrere in un evento come l’ infarto e l’ictus e, a tutti, sono stati forniti consigli per ridurre i rischi e migliorare la qualità della vita. Ad un paziente è stata riscontrata un’aritmia, di cui non era a conoscenza ed è subito stato messo in terapia. Per ognuno è stato effettuato un controllo su: colesterolemia, pressione arteriosa e glicemia. Infine i pazienti sono stati sottoposti a un elettrocardiogramma. A farsi visitare a Ponte Caffaro sono arrivate persone della zona, ma anche dai paesi del basso Trentino e dalla media Valle Sabbia.

Quella di Ponte Caffaro è la seconda tappa di questo programma di prevenzione, la prima si è tenuta lo scorso novembre a Bagolino nei locali della Casa di riposo, dove sono attivi poliambulatori specialistici. In quell’occasione furono visitate 87 persone, delle quali 2 sono risultate essere cardiopatiche importanti sebbene non avessero sintomi specifici.

«Questi screening - spiega la dottoressa Comini - sono preceduti da serate informative, si tratta in effetti di un progetto che punta alla prevenzione e alla sensibilizzazione sui comportamenti a rischio, inoltre credo sia fondamentale avvicinare il servizio sanitario a un territorio disagiato distante decine di chilometri dal più vicino centro ospedaliero». M.ROV.

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