Ogni giorno un rapace nel mirino

Per questo astore preso a fucilate non c’è stato nulla da fare
Per questo astore preso a fucilate non c’è stato nulla da fare
Per questo astore preso a fucilate non c’è stato nulla da fare
Per questo astore preso a fucilate non c’è stato nulla da fare

L’ultimo aggiornamento risale a ieri, relativo alle attività di recupero svolte in cinque giorni, e ha portato il totale dei casi accertati a 22: considerando le giornate di silenzio venatorio, che sono due alla settimana, si può affermare che dall’apertura della stagione di caccia nel Bresciano è stato preso a fucilate (o catturato con le trappole) quasi un rapace al giorno.

Un quadro gravissimo di illegalità, che riguarda sostanzialmente tutto il territorio provinciale e che ovviamente non tiene conto dei chissà quanti animali protetti centrati dai pallini e finiti in luoghi in cui nessuno li ha potuti trovare e soccorrere.

L’ultimo bollettino vede una sorta di temporaneo, triste primato delle valli bresciane per quanto riguarda il numero di esemplari finiti nel mirino, e poi segnalati e passati dal servizio di salvataggio coordinato dalla polizia provinciale per essere trasportati nei centri per il recupero degli animali selvatici di Valpredina (Bergamo) e di Paspardo. In quest’ultimo è finito anche un martin pescatore trovato nella Riserva naturale delle Torbiere del Sebino con nel becco un amo da pesca abbandonato da qualcuno insieme alla lenza.

Arrivano da Villa Carcina uno dei due sparvieri centrati dalle fucilate (l’altro è caduto a Provaglio d’Iseo) e da Anfo e da Capodiponte due delle tre poiane colpite (la terza è stata scoperta a Ghedi), mentre l’unico rapace notturno finito nei guai, un’altra civetta (in questo ottobre sono già tre) finita in una tagliola per i piccoli insettivori, è stato individuato a San Vigilio di Concesio. Infine, la serie si è chiusa con i soccorsi prestati a un falco pellegrino inquadrato da una doppietta a Montichiari. P.BAL.

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