Scomparsa Iuschra:
indagata l’operatrice
della Fondazione

di Paola Buizza
Il papà di Iuschra segue su una carta l’area dell’esplorazioneLe ricerche hanno perlustrato ogni anfratto di Serle senza risultati
Il papà di Iuschra segue su una carta l’area dell’esplorazioneLe ricerche hanno perlustrato ogni anfratto di Serle senza risultati
Il papà di Iuschra segue su una carta l’area dell’esplorazioneLe ricerche hanno perlustrato ogni anfratto di Serle senza risultati
Il papà di Iuschra segue su una carta l’area dell’esplorazioneLe ricerche hanno perlustrato ogni anfratto di Serle senza risultati

Svolta nelle indagini sulla scomparsa di Iuschra Gazi, la 12enne di origini bengalesi, affetta da autismo, scomparsa l’estate scorsa sull’Altopiano di Cariadeghe, a Serle. La Procura di Brescia ha iscritto nel registro degli indagati Roberta Ratti, l’operatrice alla quale la mattina del 19 luglio scorso era stata affidata la bambina. L’EDUCATRICE della Fobap (Fondazione bresciana assistenza psicodisabili) faceva parte del gruppo di adulti che aveva accompagnato Iuschra e altri bambini affetti da disabilità nella zona carsica con oltre 700 ettari di bosco e più di 22 chilometri di grotte. I sostituti procuratori Antonio Bassolino e Donato Greco, titolari delle indagini per il reato di omicidio colposo, torneranno a interrogare l’educatrice sui momenti dell’allontanamento della bambina. «Lei ha iniziato a guardarmi e a correre, mi guardava e correva ancora più forte. Quando ho visto che non riuscivo a raggiungerla e che lei non voleva tornare sono andata a chiamare subito i miei colleghi che erano più indietro» aveva raccontato l’operatrice oggi indagata, confermando anche davanti ai magistrati quando è stata ascoltata. Scartata la pista del rapimento nei giorni scorsi i medici della Medicina legale hanno definitivamente stabilito che le ossa trovate nei boschi di Serle nel novembre scorso sono resti di animali e non della 12enne bengalese. L’obiettivo, a questo punto, è ricostruire i fatti avvenuti la mattina della scomparsa e definire l’organizzazione della gita fuori porta, conclusa in modo inaspettatamente drammatico. «Non ci sentiamo responsabili» dissero qualche mese fa i vertici della Fondazione. Ogni posizione è al vaglio degli inquirenti e non sono esclusi ulteriori sviluppi nelle indagini. •

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