Uccellagione, blitz dell’Arma Scoperto un traffico da record

di P.BAL.
I carabinieri forestali con avifauna e reti sequestrate
I carabinieri forestali con avifauna e reti sequestrate
I carabinieri forestali con avifauna e reti sequestrate
I carabinieri forestali con avifauna e reti sequestrate

Sono serviti giorni di lavoro, di ricerche sul campo e di appostamenti per ricostruire il quadro e per «incastrare» quello che si potrebbe definire un uccellatore professionista: uno dei trappolatori in grande stile che alimentano il sempre fiorente mercato degli spiedi fuorilegge nel Bresciano. Mettendo insieme i pezzi del puzzle, a partire dall’individuazione dei cinque diversi siti di cattura sparsi in appezzamenti di bosco fitto di proprietà dell’uc- cellatore sul territorio di Bione, i militari della stazione di Vobarno hanno rivisto una realtà quasi scomparsa. È infatti ormai molto difficile incontrare insieme alle reti dei bracconieri anche gabbie contenenti richiami vivi protetti: una volta era una scena comune, da qualche anno invece i trappolatori sono diventati molto più prudenti ed elusivi. Evidentemente l’uccellatore di Bione, un 52enne, si sentiva tranquillo; tanto da utilizzare come richiami pettirossi, passere scopaiole, lucherini e persino crocieri. Decine di esemplari piazzati vicino alle reti delle sue cinque tese che complessivamente misuravano 90 metri di lunghezza. Trovate le postazioni, fatti gli appostamenti e definite l’identità e la residenza del bracconiere, i carabinieri forestali hanno chiesto e ottenuto dal pm Ambrogio Cassiani un decreto di perquisizione e hanno messo le mani su un traffico di grandi proporzioni. L’operazione è stata portata a termine nella giornata di giovedì dai militari di Vobarno, Gavardo, Vestone e Bagolino, e ha portato innanzitutto al sequestro di ben 1.140 uccelli morti, prevalentemente insettivori, tutti appartenenti a specie particolarmente protette dalla Convenzione di Berna e dalle leggi italiane. Oltre mille capi erano già stati spiumati, congelati e sistemati in confezioni uniformi pronte per la vendita sul mercato clandestino; magari a qualche ristoratore compiacente pronto a rischiare grosso a fonte di grandi guadagni in nero, visto che gli estimatori sono pronti a sborsare molte decine di euro per uno spiedo fuorilegge. Per proteggere le sue reti dalle incursioni di qualche predatore il bracconiere di Bione aveva messo in funzione anche gabbie trappola per mammiferi. Sono state sequestrate insieme all’avifauna morta e ai richiami vivi: 59 uccelli in grado di volare sono stati liberati sul posto, mentre per altri 12 si è reso necessario il trasferimento in un centro di recupero per la fauna selvatica. IL BLITZ dei carabinieri forestali ha chiuso un canale di approvvigionamento importante di uccelli fuorilegge che avrebbe continuato a funzionare ancora a lungo. Adesso il gestore valsabbino dovrà rispondere del reato di furto aggravato ai danni del patrimonio indisponibile dello Stato. Insieme a lui è finito nei guai il figlio e «collaboratore» di 23 anni che, contrariamente al padre, è titolare di licenza di caccia: gli agenti lo hanno denunciato per abbattimento e detenzione di fauna protetta. •

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