Al Maniva la Grande Guerra racconta

di Edmondo Bertussi
Alcuni dei tratti in galleria recuperati dal piccolo esercito di volontari sui versanti del ManivaLa trincea con il gradino a servizio dei fucilieriIl bunker in cemento armato che svetta tra il verde
Alcuni dei tratti in galleria recuperati dal piccolo esercito di volontari sui versanti del ManivaLa trincea con il gradino a servizio dei fucilieriIl bunker in cemento armato che svetta tra il verde
Alcuni dei tratti in galleria recuperati dal piccolo esercito di volontari sui versanti del ManivaLa trincea con il gradino a servizio dei fucilieriIl bunker in cemento armato che svetta tra il verde
Alcuni dei tratti in galleria recuperati dal piccolo esercito di volontari sui versanti del ManivaLa trincea con il gradino a servizio dei fucilieriIl bunker in cemento armato che svetta tra il verde

Gli alpini, come sempre, sono stati puntuali e il presidente dell’Ana di Brescia, Gianbattista Turrini, l’ha annunciato ufficialmente la settimana scorsa in Prefettura: il primo lotto dei lavori di recupero dei manufatti della Grande Guerra al Maniva è terminato. Tutto era pronto per l’inaugurazione ufficiale, con mostra relativa vicino allo Chalet al Passo, fissata per ieri, vigilia del Centenario. Insieme la precisa carta dei sentieri «Maniva la Grande Guerra», con sintetica descrizione e fotografie dei nove possibili itinerari, con guide autorizzate della sezione per chi vuole ammirare i siti chiusi. Solo i disastri provocati dall’ondata di maltempo, come in guerra, li hanno fermati: il cedimento della scarpata gonfia di pioggia in località Cornèi, all’altezza dell’agriturismo Nadia, ha bloccato l’accesso al Passo e tutto si è fatto ancora più incerto dopo il sopralluogo l’altro giorno dei tecnici della Provincia. Sicuro solo il rinvio dell’inaugurazione a data da destinarsi, forse domenica 10. LA PRESENTAZIONE ufficiale a Brescia di Turrini ha suscitato subito grande interesse anche nell’ambito delle scuole: c’è chi si è già informato per una visita guidata. Infatti i percorsi suggeriti, già di per sé suggestivi dal punto di vista ambientale, sono impreziositi da un’indubbia rilevanza culturale e sono godibili sia per chi arriva solo al Passo, magari con bimbi al seguito, sia per chi ha voglia e gambe per esplorare. Il recupero è durato quattro anni: due per la preparazione dei progetti metro per metro, scanditi da un continuo confronto con la Soprintendenza, due di lavoro per migliaia di ore di 700 volontari alpini. Tra i nove itinerari illustrati, due sono comodi al Passo, dove da anni sorgono la chiesetta Tre Valli e il Sacrario delle lapidi di tutti i paesi valtrumplini con i nomi del caduti, in origine nella chiesetta voluta dal cappellano alpino monsignor Giuseppe Bonomini nell’ex caserma Casaliti (ora rifugio Bonardi). Dietro la chiesetta sono concentrati manufatti ad anello su 700 metri verso il Dosso Alto: il camminamento in trincea, unica nel suo genere e dotata di gradino a servizio dei fucilieri che da lì vegliavano su Bagolino, porta verso la ridotta dove erano posizionati i cannoni puntati sullo sbocco delle Valli Giudicarie. Si torna al Passo percorrendo un’agevole mulattiera militare. Dietro l’albergo Dosso Alto parte la breve risalita alla Croce, con sentiero che transita davanti al bunker con impresso 1918, alla vicina postazione per la mitraglia e a una casamatta. Si ridiscende nella trincea con alcuni tratti in galleria, recuperati sotto la croce al Passo. Poi per chi ha forza e voglia altri sette itinerari, godibilissimi senza neve. Da una parte fin sul Dosso Alto con sei grotte di ricovero truppe e la grotta comando; quindi la discesa verso Cima Caldoline. Dall’altra, verso Dasdana e Dasdanino, con il casermone che guarda i laghetti e la lapide dedicata al 78° Fanteria. Un recupero visivo ma non solo, un vero e proprio «parco della memoria» che arricchisce ulteriormente le attrattive del Maniva a 360 gradi. Per accessi di gruppo e non l’Ana Brescia risponde allo 030 2003976. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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