Cariche esplosive per liberare
Vobarno dall’incubo dei massi

I lavori di bonifica proseguiranno  notte e giorno ad oltranza
I lavori di bonifica proseguiranno notte e giorno ad oltranza
I lavori di bonifica proseguiranno  notte e giorno ad oltranza
I lavori di bonifica proseguiranno notte e giorno ad oltranza

Massimo Pasinetti

I massi pericolanti sul monte Cingolo che da una settimana tengono in ostaggio Vobarno saranno fatti saltare in aria. È uno dei punti chiave del piano di messa in sicurezza varato da privati e Comune per accorciare i tempi della riapertura delle strade per le frazioni Teglie e Moglia e dell’arteria di fondovalle, la ex provinciale IV, teatro sabato scorso di una pioggia di macigni pesanti fino a 5 tonnellate.

Uno di questi ha sfondato un muro della Valsir, azienda del Gruppo Fondital. E proprio dalla necessità di proseguire la produzione, 24 ore su 24, nell’impianto che occupa 270 operai, ha spinto i vertici della holding a scendere in campo. L’imput all’operazione bonifica del versante fribiale, lo ha dato il titolare Valsir Andrea Niboli. I privati si faranno carico di gran parte dell’onere finanziario dei lavori. Reperite le risorse, che erano il nodo più intricato da sciogliere, già da ieri sono entrati in azione 5 escavatori e 6 camion dell’impresa Pavoni: i lavori proseguiranno a oltranza, notte e giorno.

«In pratica - spiega il sindaco Giuseppe Lancini -, si sta creando un vallo in terra naturale alto fino a 6 metri e lungo 300 metri, con un’appendice di materiale armato nella parte più stretta del versante».

Si provvederà poi a posizionare delle microcariche di esplosivo sui massi pericolanti per frantumarli.

I RILIEVI SUL FRONTE dello smottamente sono stati effettuati utilizzando un drone che ha scattato una serie di immagini. Sulla scorta di quelle fotografie, il geologo del Comune e quello di Valsir si sono confrontati per decidere il da farsi. «La scelta - continua Lancini -, è caduta appunto sulle microcariche. Una volta sgretolati, i macigni non saranno più un pericolo per l’azienda e per Vobarno». Salvo imprevisti, la strada di fondovalle sarà riaperta entro la fine di marzo. Ma ogni previsione resta in balia della burocrazia e del bollettino meteo. «Se i permessi necessari arrivano in fretta, e se veniamo assistiti dal bel tempo, le previsioni potranno esser rispettate», afferma il sindaco. Tempi più stretti si annunciano per la riapertura della strada comunale che porta alle 2 piccole frazioni di Teglie e Moglia, qualcosa più di un centinaio di abitanti, e che praticamente parte dal piazzale del bar «La Roccia», attualmente evacuato insieme ad un’abitazione che ospitava cinque persone.

«Si potrebbe optare per un senso unico alternato - precisa il vicesindaco Paolo Pavoni -: in questo caso la circolazione tornerebbe a scorrere dal 6 marzo. Ma non disperiamo di concludere le bonifiche entro la fine del mese».

Questo pomeriggio alle 17, sindaco e vicesindaco saranno a Teglie per un incontro con la popolazione, per spiegare le modalità dell’intervento. «Serve ancora un po’ di pazienza, ma si sta lavorando perché i disagi di oggi diventino in fretta solo un pallido ricordo», annuncia il sindaco. In realtà, l’operazione «messa in sicurezza» dovrà poi proseguire, recuperando i soldi grazie alla disponibilità degli enti comprensoriali.

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