In un anno in
fumo mille ettari
di Valtrompia

di Edmondo Bertussi
Un Canadair in azione: la Valtrompia continua a bruciare
Un Canadair in azione: la Valtrompia continua a bruciare
Un Canadair in azione: la Valtrompia continua a bruciare
Un Canadair in azione: la Valtrompia continua a bruciare

Che si potesse tranquillamente parlare di emergenza era chiaro da un pezzo. Ma ora ci sono anche i numeri a inquadrare vastità e proporzioni del fenomeno incendi boschivi in Valtrompia. Numeri resi pubblici durante l'incontro dei giorni scorsi tra i vertici della Comunità Montana e le associazioni venatorie, con il maresciallo Pietro Corsini, comandante della nuova stazione della Forestale di Marcheno, al tavolo dei relatori con il collega della stazione di Concesio Alessandro Santoferrara.

Sotto la lente gli anni dal 2011 al 2016, che raccontano di una criticità diffusa che richiede immediati provvedimenti.

NELL'ORRIBILE 2016 a Bovegno in 11 incendi sono andati in fumo 321 ettari, più dei 314 complessivi in cinque anni dal 2011. A Collio sono 216 contro 255 nello stesso periodo. Sommando le estensioni percorse dal fuoco nei tre paesi più colpiti dal 2011 al 2015, con Pezzaze che contribuisce per 335, si arriva a 904 ettari con 71 incendi equamente suddivisi: Collio 25, Bovegno 26, Pezzaze 20 nel quinquennio. Da Gardone a Irma nello stesso periodo sono stati complessivamente 22 con 31 ettari. Gardone è il paese meno colpito, fermo a zero, anche se nel gennaio scorso il devastante incendio sopra Caregno e Corni Rossi verso Lividino ha bruciato 93 ettari.

Guardando il 2016 sorprendono altre cifre: Pezzaze diventa virtuosa (si fa per dire) passando dai 172 ettari a fuoco del 2015 ai 42 del 2016. Ma Tavernole compensa, con 74 ettari in un anno a fronte dei 16 complessivi dei cinque precedenti. Collio e Bovegno rivaleggiano costanti anche nel numero di incendi: 7 e 11 nel 2016 per 537 ettari. Ma nella iniqua gara, che fa della Valle la maglia nera in Lombardia da due anni, un incendio da Serramando al Maniva a inizio 2017 di oltre 200 ettari riporta in testa Collio. Somma finale a oggi da Gardone al Maniva, dal gennaio del 2016 al gennaio del 2017, 1007 ettari in 365 giorni.

DIVERSO il quadro per la media e bassa valle, da Sarezzo in giù, compresi Nave, Bovezzo e Caino: non mancano gli episodi, 29, che sommano però in tutto 65,2 ettari complessivi in 7 anni. Il più colpito è Concesio con 9 incendi dei quali 5 nel 2016 e 2 nel 2017. Corsini, chiudendo, ha sottolineato un fatto importante: da gennaio la Regione, dopo aver incontrato tutte le Comunità Montane, indicate come suo interlocutore, ha inasprito la legge 353 del 2000. Agli effetti delle sanzioni previste, come l'arresto dei piromani e il blocco delle attività di caccia e pascolo per dieci anni, nelle zone perimetrate all'interno dell’obbligatorio catasto vanno inseriti anche i pascoli, mentre la legge nazionale parla solo di zone boscate.

EVIDENTI alla luce dei dati le motivazioni che hanno portato alla lettera preoccupata ed esigente del Prefetto Valerio Valenti alle Comunità Montane, girata da queste ai sindaci: chiede il rispetto della legge. Il nodo è quello del catasto incendi aggiornato.

La Comunità sta operando su questa strada cercando soluzioni condivise ma in tempi ragionevoli. Va dato atto che per primi i cacciatori in assemblea con i responsabili delle loro associazioni si sono dichiarati parte lesa (Giuseppe Bonomini presidente C.6 alpino), chiedendo che tutti facciano la loro parte senza criminalizzare chi è già sentinella sul territorio, ricordando che tanti di loro sono nelle squadre antincendio.

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