Incendi, ai sindaci
l’onere di arginare
una piaga infinita

Di fronte alla lettera del prefetto Valerio Valenti sulla situazione insostenibile degli incendi boschivi in Valtrompia, maglia nera regionale con oltre 1000 ettari incendiati tra novembre e gennaio, i sindaci si sentono al muro e cominciano a muoversi.

Valenti chiede infatti una relazione su quanto fatto e non fatto rispetto alla legge quadro 353 del 2000 che oltre a dare rilevanza penale all’atto dei piromani con arresto e condanne da quattro a dieci anni, obbliga i Comuni alla redazione del catasto incendi, aggiornato anno per anno dalla forestale: nelle zone percorse dal fuoco tra l’altro è proibita attività di caccia e pascolo per 10 anni.

Bovegno, il più colpito con 5 incendi già dal 1° gennaio 2107, è stato il primo a muoversi: il sindaco Manolo Rossini ha convocato martedì sera un’assemblea pubblica, presenti l’assessore della Comunità Montana Angelo Marino e il maresciallo dei Carabinieri (ex forestale) Pietro Corsini.

Alla presenza di oltre un centinaio di persone, il sindaco del centro valligiano ha elencato fatti, cifre, rendendo nota la richiesta del Prefetto tramite la Comunità Montana. Angelo Marino ha illustrato la situazione e responsabilità della Comunità montana delegata dai Comuni alla Protezione Civile, ora interlocutore diretto col Prefetto, intenzionata ad assolvere il suo ruolo in concerto coi sindaci, ma con risposte concrete. Il maresciallo Corsini ha illustrato nel dettaglio la legge. Giuseppe Bonomini presidente del Comprensorio alpino C.6 ha messo a disposizione esperienze e competenze: i cacciatori si sentono parte lesa nella situazione. La decisione presa: insediamento immediato di un tavolo ristretto di consultazione con tutte le categorie interessate, allevatori e cacciatori per fare proposte condivise negli incontri convocati in Comunità Montana.E.BER.

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