Migranti, il teatro racconta
con la voce dei protagonisti

Dai drammi vissuti al loro racconto su un palcoscenico. È una occasione di consapevolezza straordinaria quella in cartellone per questa sera Bovezzo: i richiedenti asilo ospiti in Valtrompia saliranno sul palco, coinvolti dall’attore Gabriele Vacis, nella parte finale dello spettacolo «Supplici a Portopalo - Dalla tragedia di Eschilo alle parole dei rifugiati».

Promossa dall’associazione Treatro e dalla rassegna Proposta 2017 andrà in scena una orazione civile (e una riflessione collettiva), col teatro che per una volta recupererà la funzione originaria che aveva nell’Atene del V secolo a.C., il suo primario ruolo politico. Il testo senza tempo de Le Supplici di Eschilo si intreccia con le tragiche testimonianze dei migranti che, esuli dai loro paesi, attraversano il Mediterraneo per chiedere asilo cercando una nuova patria.

È un ponte ideale attraverso la storia che unisce vicende purtroppo sempre uguali dall’antichità all’oggi quello disegnato dallo spettacolo scritto dalla grecista Monica Centanni e da Gabriele Vacis, che cura anche la regia e l’interpretazione affiancato da Vincenzo Pirrotta, puparo e contastorie palermitano, erede di una millenaria tradizione di «cuntisti». Il coinvolgente racconto, basato appunto sul dramma di Eschilo, mette in scena la difficile decisione della città di fronte alla richiesta di chi fugge dalla guerra, dalla fame, dalla carestia. La spietata logica del respingimento di chi si presenta supplice alle porte a chiedere aiuto è inaccettabile per il codice etico della gente di mare, ma anche per una comunità civile.

Ma non basta la carità, non basta la pietà: solo la dimensione politica, insegna già Eschilo 2500 anni fa, può affrontare e risolvere la difficoltà di migranti e cittadini. Questo il succo dello spettacolo (il biglietto d’ingresso costa 5 euro) che sarà rappresentato alle 21 nell’auditorium parrocchiale di Bovezzo, in via Paolo VI 4.M.BEN.

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