Pezzaze, la gang di uccellatori
incassa una nuova denuncia

Le  prodine sequestrate all’uccellatore denunciato a Pezzaze
Le prodine sequestrate all’uccellatore denunciato a Pezzaze
Le  prodine sequestrate all’uccellatore denunciato a Pezzaze
Le prodine sequestrate all’uccellatore denunciato a Pezzaze

Anche il cambiamento climatico finisce per dare una mano ai bracconieri. Questo inverno folle e senza neve anche a quote piuttosto elevate ha favorito la permanenza in montagna di grandi stormi di cesene, un turdide che si trova a suo agio con il freddo, e da settimane ormai si segnalano ritrovamenti di reti e di trappole destinate proprio alla cattura di esemplari di questa specie, che fruttano decine e decine di euro in nero sul mercato illegale dei richiami vivi.

A VOLTE, però, le cose non vanno per il verso giusto agli uccellatori: nei giorni scorsi una operazione congiunta del Nucleo ittico venatorio della polizia provinciale e dei carabinieri forestali di Marcheno ha permesso di mettere le mani su un componente già conosciuto di una «banda» di bracconieri che si muove in alta Valtrompia. La seconda denuncia della serie dopo l’individuazione del primo membro del gruppo (in quel caso si era registrato anche l’abbandono di un fucile a seguito della fuga, inutile, del trappolatore) è avvenuta, come la prima, sul territorio di Pezzaze.

Tutto è iniziato con un appostamento all’alba in un punto del Monte di Pezzaze in cui poco tempo fa, lungo un sentiero allora innevato, erano state trovate alcune «prodine», piccole reti a scatto per la cattura degli uccelli vivi, insieme a un gruppo di archetti. Stavolta, piazzate a mezzo metro da terra tra i cespugli, c’erano altre due prodine. L’attesa del proprietario non è durata molto, ma alla vista degli agenti il cacciatore si è dato a una fuga precipitosa cadendo e rimbalzando prima su una scarpata e poi sull’asfalto della strada sottostante, mentre poliziotti e carabinieri forestali lo chiamavano per nome. L’uccellatore è riuscito a scappare, ma poco dopo gli autori dell’appostamento sono semplicemente andati a prenderlo a casa: a convincerlo a presentarsi agli agenti è stata una telefonata del padre fatta su richiesta dei suoi inseguitori. I quali, prima di spostarsi hanno provveduto a rimuovere con non poca fatica altre 8 prodine appese a grande altezza e sui rami più sottili degli alberi: le reti a scatto sono state scoperte non lontano dalla localizzazione delle prime, ma non è stato possibile attribuirne la proprietà alla persona denunciata. P.BAL.

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