Scoperti altri massi
pericolanti. Normalità
resta un miraggio

di Massimo Pasinetti
Sulla strada per le frazioni di  Teglie e Moglia sono piovuti massi del peso di oltre cinque tonnellateLe reti paramassi abbattute dalla frana caduta sabato sera
Sulla strada per le frazioni di Teglie e Moglia sono piovuti massi del peso di oltre cinque tonnellateLe reti paramassi abbattute dalla frana caduta sabato sera
Sulla strada per le frazioni di  Teglie e Moglia sono piovuti massi del peso di oltre cinque tonnellateLe reti paramassi abbattute dalla frana caduta sabato sera
Sulla strada per le frazioni di Teglie e Moglia sono piovuti massi del peso di oltre cinque tonnellateLe reti paramassi abbattute dalla frana caduta sabato sera

Due settimane, come minimo. Per spezzare l’assedio dei macigni pericolanti che tiene in ostaggio Vobarno, ci vorrà tempo. Le strade per Teglie e Moglia resteranno chiuse per altri quindici giorni. A pagare dazio ai disagi saranno gli abitanti delle due frazioni montane costretti a percorrere un tortuoso itinerario alternativo ai 4 mila metri di asfalto esposti al rischio della caduta massi. I residenti sono costretti a risalire a Livrio di Provaglio Valsabbia per poi scendere a Barghe, imboccare la superstrada e sbucare poi a valle di Vobarno, nei pressi dell’Itis «Perlasca». Un problema non trascurabile per il centinaio di persone in prevalenza anziani, dei due borghi.

La «prognosi» dello smottamento stilata dopo il sopralluogo effettuato ieri da geologo e rocciatori è per così dire riservata: nel senso che l’ispezione ha evidenziato come lungo il crinale del monte Cingolo ci siano ancora molti massi pericolanti che vanno eliminati. Il sindaco di Vobarno Giuseppe Lancini però, assicura che «i lavori di messa in sicurezza partiranno subito». La prima fase dell’operazione prevede il disgaggio dei macigni in bilico. Successivamente scatterà la posa e la sistemazione delle reti paramassi travolte sabato sera dai massi stessi. Solo a quel punto si potrà parlare di moderata sicurezza, e potranno così essere riaperte sia la strada ex provinciale IV che la strada comunale, che risale a Teglie e Moglia.

«PER LA BONIFICA bisogna rispettare un iter e un protocollo che non potranno essere perfezionati prima delle due settimane - precisa Lancini -. Sempre sperando che il maltempo non rallenti i lavori. Da sciogliere il nodo risorse.

«I cantieri aprono subito - precisa il sindaco -, poi reperiremo i fondi. A questo proposito la Regione ci ha già garantito un sostanzioso finanziamento. Ed un aiuto dovrebbe arrivare anche dal Gruppo Fondital, che oltre ad esser proprietario della Valsir danneggiata da un grosso masso vagante è proprietaria di vaste aree del monte Cingolo, compreso la parte dove si è registrata la frana. Conclusa l’emergenza, le istituzioni dovranno pensare a un piano di messa in sicurezza strutturale. Da anni Vobarno deve fare i conti con il rischio di caduta dei macigni, la pioggia di pietre sferiche del peso di 5 tonnellate che sabato ha rischiato di provocare una tragedia, è un campanello d’allarme che non è più possibile ignorare.

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