I mesi concessi per decidere, dopo la seconda sentenza avversa emessa dal Consiglio di Stato, erano tre, ma il Comune ha deciso di giocare d’anticipo. La vicenda è quella del contestato abuso edilizio accanto al vecchio cimitero di San Sebastiano, per il quale il municipio ha deciso di lasciare tutto così com’è.
La linea ad adottare è stata discussa durante una recente riunione di giunta, con l’assessore all’Edilizia privata Roberto Chindamo che ha presentato un atto per adottare il piano d’intervento tra via Vespucci e via D’Azeglio, arrivato in Comune alla fine di giugno. Un piano che è l’esatta fotocopia di quello approvato dieci anni fa ai tempi della giunta Corli.
LA VICENDA. Per fare una rapida cronistoria, il proprietario di un terreno a 50 metri di distanza dall’ex campo santo e che non poteva edificare dovendo rispettare il vincolo cimiteriale, aveva venduto l’appezzamento a una società che di rimando l’aveva ceduto a un altro privato. E a quest’ultimo, invece, era stato concesso di costruire una palazzina residenziale. Di conseguenza il primo proprietario era passato alle vie legali, ricorrendo al Tar e appellandosi poi al Consiglio di Stato. Palazzo Spada nel 2015 si era espresso a suo favore cancellando i permessi di costruzione e condannando il Comune. Ma l’anno dopo, con l’amministrazione Zani, erano stati riabilitati gli atti cassati, costringendo i ricorrenti a rivolgersi di nuovo al massimo tribunale amministrativo, che lo scorso febbraio (dispositivo pubblicato a maggio) ha sollecitato il Comune a rispettare la sentenza entro 90 giorni.
Quindi, si sono succedute diverse riunioni tra il Comune e i legali per individuare la soluzione. In sintesi, visto che la bonifica e il trasferimento delle salme - condizioni fondamentali per il Consiglio di Stato - sono state ultimate tra aprile e maggio 2016, ora non c’è più alcun ostacolo. Quindi, per citare il testo di giunta, domina l’interesse pubblico, anche perché demolire la palazzina avrebbe significato sconquassare il piano urbanistico della zona.F.Z.