«Vogliamo la
verità sulla
morte di Agron»

di Massimiliano Magli
Agron Bashmeta aveva 43 anni Il corpo senza vita di Agron Bashmeta coperto da un telo nel parcheggio della biblioteca di  Villongo
Agron Bashmeta aveva 43 anni Il corpo senza vita di Agron Bashmeta coperto da un telo nel parcheggio della biblioteca di Villongo
Agron Bashmeta aveva 43 anni Il corpo senza vita di Agron Bashmeta coperto da un telo nel parcheggio della biblioteca di  Villongo
Agron Bashmeta aveva 43 anni Il corpo senza vita di Agron Bashmeta coperto da un telo nel parcheggio della biblioteca di Villongo

«Neppure quando viene investito un animale le indagini si chiudono in un pomeriggio. Mio fratello può aver sbagliato, ma pagare con la vita è inaccettabile. Quando una persona muore in un incidente si indaga almeno per omicidio colposo: Agron è stato invece chiuso in una bara e chi si è visto si è visto». Le parole sono dure come pietre forgiate dal dolore.

I PARENTI di Agron Bashmeta, il carpentiere 43enne travolto e ucciso dall’auto di Donatella Chiari che aveva appena aggredito e ferito con un coltello davanti alla biblioteca di Villongo, sono raccolti sul terrazzino dell’abitazione di via San Bernardino, a Chiari. Il giorno dopo la disgrazia, vorrebbero capire. Lo chiedono con la forza di una famiglia perseguitata dal destino: dei 5 fratelli Bashmeta sono rimasti vivi in due, Scender e Vasip: Haxhi, è morto in Albania folgorato da una scarica elettrica mentre era al lavoro, Sherbet è deceduto nel 2012 a Calcio, vittima di un infortunio sul lavoro in un cantiere della BreBeMi. Dorian, il nipote di Agron, ha perso la vita in un incidente.

Vasip scoppia in lacrime, e tocca a Scender parlare. «Fra Agron e Donatella c’era molto più di un’amicizia. Erano giorni che si chattavano con il telefono anche fino alle 4 di notte. Speriamo che i messaggi che si sono scambiati siano custoditi come si deve, perchè spiegheranno molte cose, ammesso che ci sia la volontà di scavare in questa storia». Vasip e Scender sono convinti che fra Agron e Donatella ci fosse una relazione.

«Nostro fratello ci ha rimesso un sacco di dolore e di soldi per questa donna. È sempre stato un uomo responsabile e presente. Gli abbiamo sempre detto di pensare alla famiglia e ai suoi figli, ma lui era innamorato di Donatella. Noi ne siamo certi e speriamo che le indagini proseguano». Donatella Chiari ha invece negato di aver mai avuto una relazione con il carpentiere albanese.

Ma che uomo era Agron? «Una persona atletica che non aveva bisogno di coltelli per farsi rispettare – afferma Vasip -. Se voleva fare male a qualcuno non avrebbe mai avuto bisogno di una lama. Ci chiediamo perché non indagare anche su quella manovra in auto. Certamente erano in una fase tesa del loro rapporto, ma molte cose, siamo certi, emergeranno dalla giustizia, che guarderà i conti correnti e le dinamiche finanziarie di questa relazione». Scender insiste: «Vogliamo la verità, non una specie verità». Agron «era molto riservato e rispettoso di tutti, dalle vicende familiari a quelle che riguardavano il rapporto con Donatella - rimarca Scender -: non meritava di morire così». In casa il dolore è immenso: ci sono i figli, un maschio di 13 anni e una femmina di 8 e la moglie Enceleda. La più piccola non sa ancora nulla, fanno sapere i familiari, tutti muratori che trascorrono la vita sui ponteggi di Vicenza, Milano e Bergamo. «Erano sempre in contatto – afferma Scender -, ma soprattutto mi chiedo come possa una donna che dice di non avere rapporti da un anno aver continuato a chattare con lui in continuazione. Ci risulta pagasse persino la retta di uno dei figli all’associazione calcistica dove si allenava». La preoccupazione dei parenti adesso è legata ai tempi della sepoltura, che avverrà in Albania. «Ci hanno detto che la salma potrebbe restare qui anche mesi – affermano i fratelli -, non ci pare giusto. Vogliamo dargli degna sepoltura prima possibile». Agron sarà sepolto in Albania, a Kavaja, cittadina vicino a Durazzo dove era nato.

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