Iveco, memoria
operaia
del 25 Aprile

di Irene Panighetti
Il corteo ha deposto fiori al monumento dei caduti   FOTOLIVEIl sindaco è intervenuto ieri alla manifestazione  FOTOLIVE
Il corteo ha deposto fiori al monumento dei caduti FOTOLIVEIl sindaco è intervenuto ieri alla manifestazione FOTOLIVE
Deposizione corona piazzale Iveco (Fotolive)

«In nome della nostra bella Costituzione non dobbiamo essere indifferenti alle guerre nel mondo: questa è la nostra resistenza. Il nostro impegno per l’ambente, per l’accoglienza di chi fugge, per la pace: questa è la nostra resistenza»: con queste parole Vanda Romagnoli, presidentessa del consiglio di quartiere Sant’Eustacchio, ha attualizzato il valore dell’antifascismo durante la commemorazione tenutasi ieri all’Om Iveco. Come tutti gli anni alle 9 un breve corteo di circa duecento operai e aperto dalle bandiere dell’Anpi, dai rappresentanti sindacali e dall’assessore alla partecipazione Marco Fenaroli, ha percorso il tratto di strada dal cancello d’ingresso delle tute blu in via Fiume fino all’entrata principale di via Volturno, dove decine di altri lavoratori erano in attesa. Con loro il sindaco di Brescia Emilio del Bono che ha portato il suo saluto: «La democrazia non è una conquista per sempre: negli ultimi anni nel mondo i sistemi democratici sono diminuiti non aumentati e sono diminuite anche le libertà degli esseri umani. E’ importante ricordarlo in questa circostanza, in questa fabbrica importantissima nell’evoluzione democratica della nostra città». L’OM IVECO ha visto tanti protagonisti della resistenza bresciana, come il giovanissimo operaio Cesare Pattarini, assassinato sul Sonclino a soli 15 anni la cui storia è narrata in un libro a fumetti scritto dallo zio; Cesare fu uno dei «tanti i caduti per la libertà che sono venuti da questa fabbrica e ai quali rendiamo omaggio, ricordando che la nostra Costituzione dà un valore specifico al lavoro, tracciando un nesso inscindibile tra lavoro, dignità della persona, libertà e diritti», ha commentato Lucio Pedroni, presidente dell’Anpi provinciale. L’oratrice ufficiale è stata, come detto, Romagnoli, che ha parlato a nome dell’intero suo consiglio di quartiere: «Il 25 aprile è il rito collettivo più importante nella vita democratica, perché ne celebra l’evento fondatore: la liberazione dal fascismo. Non dobbiamo viverlo in modo convenzionale, ma come un momento rigeneratore di significati civili e politici». A seguire ha ricordato i valori fondanti della nostra Repubblica «che ci sono stati consegnati dalla Resistenza: giustizia, libertà, uguaglianza di diritti e di opportunità, solidarietà. L’antifascismo è pratica di inclusione: è il non lasciare mai indietro nessuno, è rifiuto dell’indifferenza, della delega». Ha ricordato gli impegni che tutti noi dobbiamo assumerci ogni giorno «per realizzare i sogni spezzati di tanti che morirono per la libertà di tutti, che celebriamo oggi, in questa epoca così povera di autentici eroi, se non quelli dell’effimero e spregiudicato successo finanziario. Dobbiamo conservarne l’insegnamento e l’esempio con amore e rispetto». La commemorazione è stata ripetuta nel pomeriggio nella sala sindacale per gli operai del secondo turno. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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