San Faustino
da record, Boom
in fiera e in metrò

di Mimmo Varone
Le bancarelle hanno riempito il cuore della città occupando anche tutta piazza Loggia SERVIZIO FOTOLIVELa fiera  offriva un vasto assortimento di prodotti per tutti i gustiUn porta-rifiuti stracolmo
Le bancarelle hanno riempito il cuore della città occupando anche tutta piazza Loggia SERVIZIO FOTOLIVELa fiera offriva un vasto assortimento di prodotti per tutti i gustiUn porta-rifiuti stracolmo
San Faustino, il time-lapse

Forse 250 mila persone. Più dell’anno scorso, e con un afflusso più regolare e intelligente. La Fiera con la maiuscola va oltre se stessa, e ora diventa l’appuntamento più bello e grande d’Italia. Non è un’esagerazione casalinga. A dirlo sono gli stessi «fieristi» allineati sul lungo serpentone da via San Faustino a Corso Zanardelli, da piazza Vittoria a via Gramsci e limitrofe. Più grande per numero di banchi e più bella per gli affari che ben valgono un viaggio da lontane contrade. Il meteo, poi, ha fatto al meglio la sua parte, e i sorrisi dietro le bancarelle si sprecano. In genere nessuno si lamenta degli affari che si fanno a San Faustino, ma veder mollare ogni riserva, com’è accaduto ieri, è una vera rarità.

Fiera bella, sicura, e affollata all’inverosimile. Hanno avuto successo pure i new jersey che hanno blindato tutta l’area delle bancarelle. Il commissario capo della Polizia locale Dario Marelli conferma che le barriere antiterrorismo «hanno rassicurato la gente», e pure lo schieramento di agenti nei punti strategici è stato visto con favore.

«C’è stata una bellissima partecipazione – commenta il sindaco Emilio Del Bono – è stata una giornata molto serena e ben organizzata». E poi, «se il trasporto urbano va sopra i 200 mila, a contare anche quello extraurbano e chi è venuto in auto – aggiunge – stavolta arriviamo almeno a 250 mila visitatori».

L’afflusso si è fatto consistente fin dal mattino, e anche all’ora di pranzo il serpentone è rimasto compatto, con veri e propri blocchi nelle strettoie. Il presidente di Metro Brescia Flavio Pasotti alle 20, quando mancano ancora quattro ore a una giornata che si chiuderà spegnendo le luci sul Cidneo, stima 140 mila persone trasportate. «Più o meno come l’ano scorso – dice -, ma con un afflusso più regolare e senza punte pazzesche». Ha registrato partenze e arrivi più consistenti dal Prealpino, un po’ meno da Sant’Eufemia. Anche i bus hanno replicato la performance dello scorso anno e hanno trasportato qualcosa meno di 70 mila persone. Il conto è facile. Sono da poco passate le 17, e a Sant’Eufemia il corner di Brescia Trasporti ha venduto 2.500 biglietti della metropolitana, senza contare quelli dispensati dalle macchinette. Per la prima volta dall’apertura di quasi un anno fa, pure il parcheggio in struttura del capolinea est è pieno di auto. Trovare un posto è impresa ardua. Dopo le prime fermate, sia dal capolinea Nord che da Est, i treni straripano. Le soste a Vittoria (la più gettonata) e San Faustino si allungano per consentire uscita ed entrata. Nelle due fermate del centro, addetti di Metro Brescia cercano di smistare i viaggiatori lungo le banchine per snellire le operazioni. Fuori ci si trova nel lungo serpentone e ci si lascia portare dalla corrente.

Alessandro Brunelli, del- l’omonima Dolciaria mantovana è presente alla Fiera da 15 anni senza mancare un appuntamento e ammette che le vendite «vanno bene». Confessa di girare mezza Italia da Jesi a Latina e Roma, e Brescia è irripetibile. «Le altre fiere sembrano più grandi perché i posteggi sono più ampi, ma questa rivaleggia bene con Genova e Modena».

ANGELO VINCI viene addirittura da Martina Franca e di chilometri ne ha fatti, ma ne valeva la pena. È un fierista puro e gira la Penisola portando ogni anno l’ultima novità. «Questa è la più bella – ammette -, si vende qualsiasi prodotto». Francesco, campano di Pompei viene da cinque anni sempre con il collaudato «panno magico» e ancora non si capacita del successo. «D’inverno vengo al Nord e d’estate giro il Sud, e questo è uno dei posti dove le persone sono gentilissime – dice -. Altrove capita che la gente vada via mentre spiego, qui ascoltano fino alla fine, da persone molto educate». È contento pure quello del noto mocio «strizzafacile» per i tanti che vengono a chiedere i ricambi. «Hanno capito che il nostro prodotto è buono», commenta. È un coro, quasi senza voci discordanti. La Fiera bresciana è un piccolo termometro della congiuntura. Già l’anno scorso i sorrisi degli ambulanti si sprecavano, ora si fanno più ampi, segno che una ripresa c’è. Va bene al torinese dei piatti che si avvale di due aiutanti per servire gli acquirenti. C’è folla davanti al siciliano del coltello con tagliere incorporato, reduce come altri dalla fiera di Genova che «non è grande e appetibile come questa». Su Genova, per la verità, ci sono pareri discordi, e a detta di Federico, venuto da Spino D’Adda a vendere libri per bambini, quella «è più grande». Anzi, più grande ancora sarebbe Pesaro con le sue 750 bancarelle, ma sui numeri non c’è da giurarci. In ogni caso, anche per lui «San Faustino si distingue in tutta Italia». Gli oggetti «miracolosi» sono sempre i più gettonati. La Fiera si aspetta soprattutto per quelli. «È un’ottima giornata – confessa la mantovana del pentolame pressofuso -, magari tutte le zone fossero come Brescia». E si archivia un’altra edizione di grande successo.

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