Computer e smartphone al vaglio dei carabinieri

Ieri l’addio a Jonathan Furegon: sulla tragedia indagano i carabinieri
Ieri l’addio a Jonathan Furegon: sulla tragedia indagano i carabinieri
Ieri l’addio a Jonathan Furegon: sulla tragedia indagano i carabinieri
Ieri l’addio a Jonathan Furegon: sulla tragedia indagano i carabinieri

Bisogna ancora parlarne, anche se forse il momento è inadatto, a poche ore dall’ultimo straziante saluto al giovane Jonathan Furegon. Ma bisogna parlarne perchè quel dubbio atroce, il dubbio che il ragazzo fosse vittima di atti di cyberbullismo, è un’ombra sulla quale è necessario fare luce. C’È UN FATTO: sin dalle prime ore dopo la tragedia, che si è consumata lunedì sera, i carabinieri stanno indagando e hanno informato la Procura degli accertamenti in corso per capire, in modo specifico, se il ragazzo fosse oggetto di atti persecutori, se questi abbiano potuto, e in che modo, condizionare la sua decisione di togliersi la vita a soli 18 anni. Dopo la deposizione resa dalla mamma Mariluz alla stazione di Sirmione dell’Arma, i militari hanno acquisito lo smartphone e il pc di Jonathan per verificare se fra i suoi contatti, nei social network o in qualche chat, quel ragazzo timido e buono avesse fatto dei brutti incontri, se qualcuno lo stesse tormentando con dei messaggi cattivi. I due supporti elettronici, telefonino cellulare e computer, sono attualmente a disposizione del Nucleo investigativo della compagnia dei carabinieri di Desenzano, che stanno passando al vaglio i contatti di Jonathan in particolare sui sociale network e nelle «app» di messaggistica. «Non per cercare un colpevole, ma per capire»: così ha spiegato la mamma Mariluz, che ai militari ha riferito di problemi avuti in passato a scuola con alcuni coetanei, che si erano però risolti dopo l’intervento dei docenti. Una crisi superata. Ma poi? Nessuno è sotto accusa, tuttavia i carabinieri non aprono mai indagini di questo tipo senza motivo. Il motivo è quel dubbio atroce: un nodo che va sciolto, «per capire». V.R.

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