Recupero fauna ferita, un «nodo» irrisolto

di Carla Costa
Il  soccorso agli animali feriti in incidenti  è in un limbo normativo
Il soccorso agli animali feriti in incidenti è in un limbo normativo
Il  soccorso agli animali feriti in incidenti  è in un limbo normativo
Il soccorso agli animali feriti in incidenti è in un limbo normativo

Cosa succede se si investe, ferendolo, un animale selvatico? Oltre all'obbligo morale c’è quello normativo. L’omissione di soccorso può costare una multa da 500 a 1500 euro. La sanzione è stata introdotta dal nuovo codice della strada. Nel caso di un incidente che coinvolge animali d'affezione, da reddito o protetti, l’automobilista ha l’obbligo di fermarsi e contattare veterinari o autorità per cercare di salvare l’esemplare ferito. L’applicazione della norma nel caso di cani, gatti, pecore, vacche, capre o cavalli è chiara e lineare. Più controversa la situazione quando di mezzo c’è la fauna selvatica. A chi devono rivolgersi gli automobilisti che hanno investito un daino, un cervo o altri animali protetti? Ancora non è chiaro, o meglio lo è: per il momento a nessuno. Del recupero e trasporto degli animali selvatici, fino all'anno scorso, era per legge la Polizia provinciale, ma da gennaio la Regione ha deciso di togliere al comando di via Romiglia la funzione. Ma al centralino del comando della Polizia provinciale continuano ad arrivare le chiamate di chi ha avuto un incontro ravvicinato fra la propria auto e un’animale. Si tratta di chiamate di cittadino, o smistate da altre forze dell'ordine. Da gennaio, la Polizia provinciale ne ha già ricevute 100. L’anno scorso erano state 1500. «Non è solo una questione di stabilire la competenza della mansione – spiega Carlo Caromani, comandante della Polizia provinciale di Brescia -: la questione ricade anche sul singolo cittadino che potrebbe trovarsi in difficoltà perché il codice della strada prevede un preciso obbligo nel caso di danno arrecato sia agli animali da affezione sia a quelli protetti. Per questo è importante stabilire quanto prima chi sia il personale che a seguito della riforma regionale sulla gestione della materia della caccia, sia competente a intervenire. Fino a ieri lo abbiamo fatto noi per legge in questo momento stiamo continuando a farlo noi per spirito di scrupolo, però ci aspettiamo che la Regione emani una circolare, una direttiva stabilendo finalmente chi debba fare che cosa». La Polizia provinciale è il punto di riferimento per tradizione nel recupero della fauna selvatica. «Per questo – spiega ancora Caromani -: carabinieri, polizia stradale e associazioni animaliste e ambientaliste quando si imbattono in un animale ferito spesso anche non appartenente alla fauna selvatica la prima cosa che fanno è quella di chiamare il nostro comando e si aspettano che ci sia un intervento, cosa che ripeto, continuiamo comunque a fare in attesa di un chiarimento a livello regionale».

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