Al Teatro Sant’Afra in scena il femminismo

Ebbene sì, c’è da chiedersi «perché generazioni di donne sono cresciute pensando che il loro valore dipenda dal gradimento maschile e, soprattutto, perché le donne hanno sempre vissuto in una condizione di evidente svantaggio politico, economico, sociale, finanziario». A rispondere con «Non volevo essere femminista», al debutto al Teatro Sant’Afra, in vicolo dell’Ortaglia 6, stasera e domani alle 21, prova l’attrice Anna Teotti. Il monologo, scritto da Stella Pulpo, con la collaborazione di Alessandra Domeneghini, la regìa di Sergio Mascherpa, i costumi di Mariella Visalli, le luci di Nicola Ciccone, è una produzione del Teatro Laboratorio col patrocinio del Comune di Brescia: l’assessorato alle Pari Opportunità ha scelto la pièce a conclusione del lavoro svolto in questi 10 mesi sul tema del rispetto dei generi. Teotti ripercorre il suo ruolo di donna con leggerezza, grinta e ironia, ma scopre le tracce di quelle donne che negli ultimi due secoli hanno lasciato un segno, dato la scossa perché qualcosa cambiasse nel rapporto tra i generi. Eppure c’è una tendenza a frenare, a tornare indietro. La parità salariale è lontana, i femminicidi si moltiplicano, alcuni diritti acquisiti sono tutt'altro che garantiti. «Il femminismo infastidisce, chiede cambiamento, non rassicura, ma anche se non piace ne abbiamo bisogno - afferma l’attrice -. Come abbiamo bisogno delle donne, di difendere i diritti perché sono tutti interdipendenti e se aumentano siamo tutti più liberi. Questa battaglia ci coinvolge tutti». Ingresso gratuito, da prenotare a segreteriaassessoremorelli@comune.brescia.it o sul sito del Comune.•. M.Mo.

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